Cronache dal Wi-Max

Alessandro Longo su Apogeonline

Come funghi sotto le prime pioggerelle, stanno sbucando a frotte le offerte Wimax italiane e la sensazione è che siamo sull’orlo di un qualcosa di più importante. Andando a chiedere ai vari operatori in gara, si scopre che sarà quest’estate (maggio-giugno) il periodo di boom delle coperture. L’inizio cioè della vera sfida sul Wimax, il banco di prova per questa tecnologia, finora restata in poche province italiane. Si pensi che persino Aria – l’operatore che più ha investito e il solo ad avere le licenze per coprire tutta l’Italia – per ora si è limitato a restare nella natia Umbria. E ad oggi gli utenti WiMax attivi in Italia sono appena 4-5.000 (di cui 3.800 tra Aria e Linkem). Gli stessi operatori non fanno difficoltà a riconoscere che i piani sono in ritardo rispetto alle previsioni di qualche mese fa: costruire la rete e, soprattutto, richiedere le autorizzazioni ai comuni per le antenne ha richiesto più tempo di quanto si aspettavano. Il WiMax italiano è un quadro appena abbozzato, insomma, ma si sta delineando. Ed è un quadro a macchie di leopardo.

Di contro, non è corretto affermare che la strada sia in discesa per questa tecnologia: anzi, comincia ora la resa dei conti. C’è tensione nell’aria, timori per il futuro: è stata palpabile durante il Wlan Business Forum di Milano, qualche settimana fa. L’incognita è se gli operatori WiMax (alcuni, se non tutti) riusciranno a rientrare negli investimenti, cosa che richiede circa 3-5 anni. Un periodo di tempo che può vedere arrivare qualche sorpresa da vari fronti, soprattutto da quello delle regole e della politica. L’ha spiegato, all’evento milanese, l’avvocato Fulvio Sarzana: l’Autorità garante delle comunicazioni sta lavorando al regolamento per un asta che si terrà probabilmente tra la fine del 2009 e gli inizi del 2010 e che assegnerà nuove frequenze per la banda larga mobile. Frequenze intorno ai 2,5 GHz, che sono migliori delle attuali (3,5 GHz) assegnate per il Wimax. È un possibile pasticcio: l’asta WiMax si è giocata con forti rialzi, per frequenze che nel giro di pochi mesi potrebbero sfigurare vicino alle nuove a 2,5 GHz. Ora i provider si aspettano tutele, dal regolatore, per gli investimenti fatti. Bisognerà aspettare ancora un semestre per capire come andrà a finire.

1 commento su “Cronache dal Wi-Max”

  1. Vittorio, Alessandro e’ un “commentatore istituzionale” (si limita a chiedere agli operatori; chiedere all’oste se il vino e’ buono … non e’ un buon modo di fare giornalismo). La realta’ e’ ben piu’ effimera …

    – i ritardi collezionati dagli operatori sono legati piu’ che altro all’impossibilita’ tecnica di ottemperare le disposizioni ministeriali. Un esempio tra tutti: la necessita’ di identificare univocamente i client stile sim-card gsm, e soprattutto di GARANTIRE questa identificazione (ie: secondo il ministero l’operatore dovrebbe garantire qualcosa che non PUO’ garantire, allora l’operatore cerca di scaricare sul produttore di apparati … ma ne’ Siemens ne’ Alvarion hanno voluto firmare una delibera … quindi hanno impiegato una vita a scegliere gli apparati).

    – c’e’ poi un problema di costi: le performances del wimax in termini di propagazione (a quelle frequenze) sono risultati essere inferiori alle aspettative. Questo costringe a mettere piu’ ponti radio … piu’ costi (e “piu’ tempi”).

    – in generale: cos’ha il wimax in piu’ rispetto al gsm? Niente: entrambi possono veicolare dati piu’ o meno con la stessa efficenza spettrale (considerando LTE, il GSM 4G). E in meno? Base installata epsilon (che rispetto al gsm e’ zero), vendor di terminali che si tirano indietro (es: Motorola), e tante altre cose in meno …

    – in generale: il wimax non aiuta il digital divide infrastrutturale (Aria in questo trimestre i contratti li ha fatti in citta’ dove gia’ c’era ADSL; in campagna quasi zero)

    – ancora piu’ in generale: quel metodo di usare le frequenze e’ subottimale. Esistono due limiti fisici invalicabili che se combinati permettono di comprendere l’empasse in cui si trova qualunque operatore mobile (gsm o wimax che sia): sovrapposizione delle onde (due onde alla stessa frequenza si sommano rendendo impossibile distinguere l’una dall’altra: per piu’ terminali/piu’ servizi devi quindi usare piu’ frequenza), limite di shannon-nyquist (un onda ad una determinata frequenza porta un numero massimo di simboli… e non c’e’ verso di fargliene “portare” di piu’, l’hanno scelto gli dei, non l’uomo: per piu’ terminali/piu’ servizi devi quindi usare piu’ frequenza). Questo limite (ie: piu’ terminali + piu’ servizi = piu’ frequenza), al netto di eventuali fictio regalateci da futuri matematici formidabili, lo puoi aggirare solo diminuendo la dimensione delle celle … ovvero andando a sfruttare la posizione geografica di chi la occupa: esercenti, abitazioni, etc. Ovvero continuando di questo passo (ie: rimpicciolendo la dimensione delle celle) arrivi alla c.d. “cella puntiforme”, ovvero una rete a maglia ( http://punto-informatico.it/1659090/Telefonia/Commenti/dossier-tlc-revolution-3-guardare-avanti.aspx ). Dove cioe’ non c’e’ motivo per pagare un operatore … per lo meno non uno proprietario della rete: la posizione e’ la mia, l’apparato costa 150 euro, il software permette l’integrazione automatica tra nodi, perche’ un operatore dovrebbe essere proprietario della rete… e magari essere pagato a traffico?

    – salute: http://punto-informatico.it/1982593/Telefonia/Commenti/wifi-provoca-nas.aspx (quelle considerazioni sul wifi valgono per tutto… frequenza e potenza … il resto – tipo wifi,wimax,dtt,etc – e’ ininfluente)

    De facto il Wimax cosi’ com’e’ e’ solo una moltiplicazione dei costi: il tuo terminale dovra’ cioe’ avere una radio in piu’; tu se vorrai accedere alla comunicazione dati via wimax, dovrai sostenere un costo in piu’; e alle prossime frequenze avremo non solo “i gia’ lobbistici” Tim-Vodafone-Tre … ma anche Aria, Linkem, etc. a manipolare le procedure pubbliche sottobanco.

I commenti sono chiusi.