Digitale terrestre: tempo per lo switch off in Piemonte occidentale

Fra il 24 settembre e il e il 9 ottobre nell’area del Piemonte Occidentale – Torino, Cuneo e decine di Comuni delle province di Asti e Alessandria – si passerà integralmente al digitale terrestre abbandonando in modo definitivo il segnale analogico. In particolare, sono interessati i centri in cui il 20 maggio era già scattato il passaggio al digitale per Rete4 e Rai2, compresi Tortona e il 10% del territorio di Alessandria. In questi Comuni senza decoder non si potranno più vedere le trasmissioni tv.

Non mancano le polemiche prima dello switch off: la Federazione Radio Televisioni ricorda che

A differenza di altre regioni italiane – come la Regione Campania che ha stanziato 10 milioni di euro e la Regione Lazio che ha messo a disposizione diversi milioni di euro con il bando sull’audiovisivo – nessuna iniziativa è stata adottata per sostenere le Tv locali piemontesi il cui ammontare medio degli investimenti, per il solo adeguamento degli impianti, è pari a un milione di euro per azienda. La FRT rinnova l’invito alla Regione Piemonte di attivarsi (magari utilizzando i fondi europei come hanno fatto Lazio e Campania), nel più breve tempo possibile, per reperire le risorse necessarie a sostenere un settore, quello delle tv locali che, nel rispetto dei principi di pluralismo e indipendenza, ha sempre svolto un ruolo insostituibile nell’erogazione di servizi d’informazione, promozione e valorizzazione del territorio.

E la conversione e ripartizione delle frequenze si presenta un bel pasticcio

Per non bloccare il passaggio, con i conseguenti danni economici per i big  dell’etere (questione soglie antitrust ancora viva), le emittenti passeranno  al digitale, convertendo semplicemente i loro trasmettitori da analogico a  digitale, conservando le frequenze. Unico obbligo impiegare il 75% di potenza  in meno per attenuare le interferenze.
Gli impianti collegati su banda di rimbalzo (il 43% della distribuzione) continueranno  a funzionare in tecnica multifrequenza M.F.N. o multi-S.F.N., evitando i costosi  feeds satellitari o gli apparati di collegamento in banda alta su frequenza  microlink dedicata.
Tutto eseguito in modo da non privare le emittenti delle preziose frequenze  e scongiurare ricorsi di fronte al TAR.

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