Conta fare le cose bene

Giacomo Dotta intervista Luca Sofri sul Post.it e altro

Quali obiettivi di breve periodo si pone Il Post?
«L’obiettivo di breve periodo è naturalmente quello di farsi conoscere il più possibile online, far comprendere a chi ci legge che ha sullo schermo un prodotto editoriale nuovo con caratteristiche ancora inedite nel panorama italiano. Sarà il primo passo per raggiungere il nostro obiettivo: rendere l’informazione online davvero rilevante anche per gli altri media. Negli Stati Uniti, e da qualche tempo anche in alcuni paesi europei, le testate che esistono solo online sono un punto di riferimento per televisioni, radio e giornali. Gli old media in Italia sono ancora fermi allo step precedente, si occupano quasi sempre di Rete per lo “strano ma vero” o per strampalate campagne contro i social network, soffrendo spesso di sindrome da assedio». Su L’Espresso si aggiunge il fatto che il budget disponibile è di 1 milione di euro, senza alcun editore tirato in ballo tra gli imprenditori finanziatori, e che si conta di arrivare alla parità di bilancio entro il primo triennio.

L’editoria a pagamento, gli aggregatori in stile Google, la blogosfera e le sue dinamiche, il giornalismo dal basso, i tablet, i paywall: come vede il futuro Il Post?
«Prima dei ragionamenti sui supporti o sulle fonti, contano la qualità e la puntualità dei contenuti. Conta fare le cose bene: poi vengono le discussioni sui formati e i metodi. Noi vogliamo vedere se è possibile – e se siamo capaci – raccontare cose interessanti, affidabili, costruttive più di quanto faccia la media dell’informazione corrente. Non siamo reporter e non vogliamo insegnare a nessuno come si producono le storie e le notizie: però pensiamo di poter fare un buon lavoro nel raccontarle».