Il Consiglio Regionale del Piemonte vieta le riprese non autorizzate

Il provvedimento sembra decisamente cervellotico: alla faccia della trasparenza. Sarà solo possibile diffondere riprese “embedded ?” Via Lo Spiffero

Come annunciato, l’ufficio di presidenza del Consiglio regionale ha preso in esame gli episodi accaduti in Aula nella seduta del 30 dicembre scorso quando gli esponenti del MoVimento 5 Stelle Davide Bono e Fabrizio Biolè hanno lanciato in segno di protesta una mazzetta di facsimili di banconote. Nella gazzarra che si è scatenata gli stessi consiglieri grillini hanno subito una vera e propria aggressione verbale da parte dei colleghi Nino Boeti e Rocchino Muliere del Pd e fisica – un calcio – ad opera dell’ex picchiatore fascista Massimiliano Motta (Pdl). Tutto documentato e reso noto dalle riprese fatte da alcuni consiglieri e diffusi attraverso i principali social network.



Dopo un tentativo di riappacificazione, invitando i grillini a chiedere pubblicamente scusa per il gesto poco rispettoso dell’istituzione, a fronte del rifiuto di questi ultimi, il presidente Valerio Cattaneo, riservandosi di prendere nei prossimi giorni provvedimenti disciplinari, ha ha deciso di modificare la deliberazione del consiglio che riguardava le riprese audio-video impedendo di fatto d’ora in poi le riprese anche ai consiglieri stessi se non accreditati. Duro il commento di Bono: «Credo non abbia precedenti nella legislatura e nelle norme nazionali. Ovviamente l’accreditamento è a discrezione dell’Ufficio di Presidenza, discrezione che saggeremo già a partire dalla prossima seduta. E’ paradossale perché senza le nostre riprese non si sarebbe visto il “calciatore Motta” né altri gesti di civiltà opinabili di Boeti e di Muliere. Quindi ancora una volta l’art. 21, la libertà di informazione, subisce un attacco, anche in Consiglio Regionale. Valuteremo le contromosse opportune»uro il commento di Bono: «Credo non abbia precedenti nella legislatura e nelle norme nazionali. Ovviamente l’accreditamento è a discrezione dell’Ufficio di Presidenza, discrezione che saggeremo già a partire dalla prossima seduta. E’ paradossale perché senza le nostre riprese non si sarebbe visto il “calciatore Motta” né altri gesti di civiltà opinabili di Boeti e di Muliere. Quindi ancora una volta l’art. 21, la libertà di informazione, subisce un attacco, anche in Consiglio Regionale. Valuteremo le contromosse opportune»