Raccontando DiGiTi

Via ObiettivoTre

Il giornalismo on line sta crescendo sempre più in Toscana: accanto ai siti web dei media tradizionali, come stampa, radio e tv, sono sempre di più anche i giornalisti che fanno parte di testate prettamente on line, che hanno scelto cioè il web come unico canale di comunicazione. Per raccogliere le esperienze di questa realtà lavorativa, l’Assostampa Toscana ha creato poche settimane fa un nuovo gruppo di lavoro, il “Digiti – Giornalisti Digitali Toscana”, coordinato dal giornalista Pino Rea al quale abbiamo rivolto alcune domande per conoscere meglio la nuova realtà.

O3: Com’ è nata l’idea di creare questo gruppo? Pino Rea: Lavorando sullo sviluppo del giornalismo online, soprattutto per Lsdi (n.d.Libertà di stampa, diritto all’informazione). Due anni fa, con Vittorio Pasteris, facemmo un primo screening della situazione in Italia, con un incontro nella sede della Fnsi. Poi si è aggiunto Marco Renzi e ora con il nuovo presidente dell’Ast, Paolo Ciampi, abbiamo deciso di cominciare ad avvicinare il sindacato al settore in maniera specifica. Partendo dal territorio: la Toscana, appunto.

O3: A chi si rivolge Digiti e con quale scopo? Pino Rea: Ai giornalisti, a chi fa giornalismo e alla imprenditorialità diffusa: a quelli che operano in questo campo. Tenendo conto che spesso le varie figure si sovrappongono o si accavallano in parte.

O3: Recentemente con Vittorio Pasteris e Marco Renzi, avete presentato una lettera aperta ai delegati al congresso dell’Fnsi nella quale avete sottolineato come uno dei problemi del giornalismo digitale sia la mancanza di investimenti da parte degli editori: in che senso? Pino Rea: In Italia lo scenario è dominato da una sensazione di fragilità e di incertezza che acuisce le differenze di ‘’valore’’ (e di ‘’percezione’’) che continuano a restare in piedi all’interno della stessa professione giornalistica e impedisce una sperimentazione meno timida e più profonda delle potenzialità che l’online dovrebbe portare con sé. Forse qualcosa si sta muovendo, ma gli editori italiani tradizionali (anche per la cultura in qualche modo di subalternità rispetto al potere politico che hanno sempre coltivato) non sembrano all’altezza della sfida che hanno di fronte. E, come si diceva prima, capitali di rischio se ne vedono poco in giro.

O3: Al di là dei siti online delle redazioni dei grandi mezzi di comunicazione (siano stampa, tv o radio) si assiste sempre più al nascere di redazioni che vivono prettamente online, anche in Toscana: come vedi il futuro di queste realtà? Pino Rea: E’ difficile fare previsioni, ed è anche per questo che abbiamo deciso di fare un lavoro specifico su questo settore in Toscana. Sentendo anche le voci del versante imprenditoriale.

O3: Che cosa pensi possa fare il sindacato per i giornalisti online? Pino Rea: Noi puntiamo a fare della Fnsi, e quindi dell’Ast, il ‘’sindacato dei giornalismi’’, di tutti i giornalismi – anche di quello digitale -. Difendendo non solo i giornalisti (soprattutto quelli più deboli), ma il Giornalismo nel suo complesso, la parte migliore della cultura e della tradizione giornalistica di questo paese. E quindi svolgendo anche un ruolo ‘’politico’’, nel senso migliore del termine.

O3: Digiti sta organizzando il suo primo incontro pubblico a febbraio: a chi sarà rivolto e quali obiettivi vi prefiggete per il 2011? Pino Rea: Dovremmo tenere un’assemblea il 18 febbraio, nella sede dell’ Associazione stampa toscana, in via dei Medici, 2 , a Firenze, a cui inviteremo tutti i giornalisti (di tessera e di fatto) che fanno lavoro online nella nostra Regione. Vogliamo prima di tutto sentire i colleghi, le loro esigenze, i loro problemi. Anche in vista di una loro rappresentanza sindacale specifica. Ma l’ invito come si diceva è esteso anche a tutti coloro che fanno informazione giornalistica digitale, anche agli imprenditori. Vogliamo cercare di capire quali sono le caratteristiche del settore e che cosa il sindacato può fare per rafforzarlo.

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