Il 15 ottobre in piazza l’indignazione italiana

Via Saviano su Repubblica

In piazza il 15 ottobre. L’abolizione per decreto legge dell’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori. L’estensione della precarietà. Le norme che affossano l’esito del referendum dello scorso giugno. Il continuo impoverimento dell’università e della scuola pubblica. Tutto in una manovra finanziaria “poco credibile” e che aumenta le diseguaglianze. Crescono gli appelli contro le ultime decisioni del governo Berlusconi. Tra gli altri: “Verso il 15 ottobre. Costruiamo l’alternativa”, un documento firmato da numerosi esponenti della società civile. Un invito alla mobilitazione e a scendere in piazza, a Roma, il prossimo 15 ottobre. “Siamo indignati perché si potrebbe fare altro; perché vorremmo uscire dalla crisi attraverso la costruzione di un nuovo modello di sviluppo che colga la sfida della riconversione ecologica dell’economia e di uno sviluppo sociale partecipato, basato sulla centralità dei saperi e dell’innovazione”

Dall’alternanza all’alternativa. Già fissate le tappe di avvicinamento alla manifestazione. Si partirà con un’assemblea pubblica a Roma, sabato 26 settembre. “Crediamo sia necessario aprire una discussione pubblica nel paese, tra tutti coloro che si stanno prodigando sulla mobilitazione internazionale del 15, ma anche e soprattutto con tutti coloro che pagano sulla loro pelle quanto sta accadendo”. L’obiettivo è “connettere i fili della resistenza alla crisi, per immaginare e costruire un’alternativa politica con passione e spirito d’innovazione”. Perché il rischio è sostituire “a una vera alternativa al governo di Berlusconi e della Lega, un’alternanza, fatta delle stesse politiche con maggioranze diverse, perché tutto cambi senza che in realtà nulla cambi”.