Lettera di Marco Travaglio a John Elkann sulla Juventus e sugli juventini

Marco Travaglio ha scritto una lettera a John Elkann:. L’unico errore di Travaglio è stato quello di scrivere a John Elkann,che sui temi juventini, e non solo, ha spesso deliri peggiori di Andrea Agnelli.

Gentile John Elkann, Le scrivo da appassionato di calcio, ma soprattutto da juventino che aveva appena smesso di vergognarsi di esserlo dopo la dipartita di Moggi & C. grazie allo scandalo di Calciopoli. Ora, se possibile, gli juventini perbene, che hanno iniziato a tifare ai tempi di Boniperti, Trapattoni, Zoff, Scirea, Gentile, Cabrini, Tardelli, Platini, e anche di Conte, quando la società indossava un certo “stile”, sono costretti a vergognarsi ancor più di prima.
Mai infatti, nemmeno negli anni bui di Calciopoli, la Juventus si era spinta a tanto: manipolava arbitri e campionati, ma non negava alla giustizia sportiva il diritto di fare il suo dovere. Oggi invece Suo cugino – il signorino Andrea, che porta il cognome francamente eccessivo degli Agnelli – ha trasformato la società in una succursale del Pdl: da mesi insulta la Federazione di cui è uno dei soci più autorevoli e demolisce le regole e le istituzioni della giustizia sportiva, quasi fossero frutto di un complotto planetario contro la Juve, decise all’insaputa del club più potente d’Italia.
Ma non sempre: solo quando danno torto alla Real Casa. Se la giustizia sportiva respinge i ricorsi per riottenere gli scudetti inquinati e dunque revocati, è una congiura e scattano addirittura le denunce civili per risarcimento danni (tanto la tremebonda Figc, che per molto meno ha deferito giocatori e dirigenti di altri club, porge l’altra guancia).
Se condanna Conte in primo grado e in appello – fra l’altro per vicende cui la Juve, una volta tanto, è estranea – è “caccia alle streghe” o, per dirla con Berlusconte, i giudici sono “tifosi” e “pappa e ciccia” con i testi d’accusa (ma non aveva chiesto di patteggiare su consiglio dei legali della società? S’è mai visto un innocente che patteggia?).
Se invece gli juventini Bonucci e Pepe vengono assolti in entrambi i gradi di giudizio, il verdetto è sacrosanto e giustizia è fatta. Che direbbe, se fosse vivo, Gianni Agnelli? Era tutt’altro che una mammoletta. Ma quando Boniperti usava Moggi come osservatore, non lo faceva entrare in sede: l’Avvocato lo chiamava “il nostro stalliere” e mai l’avrebbe promosso non dico direttore generale, ma nemmeno magazziniere.
Quando, nel 1980, la società fu coinvolta nello scandalo scommesse per un famigerato Bologna-Juve, non si ricorda una sola parola dell’Avvocato, di Boniperti giù giù fino al vicemassaggiatore, contro la Figc e i suoi organi inquirenti e giudicanti. E quando la Fiat, come quasi tutti i grandi gruppi, fu coinvolta in Tangentopoli, Gianni Agnelli si guardò bene dall’attaccare i magistrati. Anzi disse: “È bene che i magistrati lavorino serenamente e tranquillamente. Gli scandali è sempre bene che vengano a galla. Ritengo importante che si faccia piena luce e si accertino i fatti. Non credo alle mezze misure. In certe situazioni è determinante la chiarezza totale”; “Anche in Fiat si sono verificati alcuni episodi non corretti di commistione con il sistema politico. Credo sia errato e fuorviante pensare che le indagini della magistratura siano parte di un complotto o di oscure manovre politiche”. Si dirà: era pura ipocrisia.
Può darsi: ma l’ipocrisia è la tassa che il vizio paga alla virtù. Ora si evade anche quella. Domani inizia un campionato turbolento che, complice la crisi, potrebbe diventare teatro di violenze e intemperanze fra tifosi. Non crede, gentile Elkann, che sarebbe molto opportuna qualche parola distensiva dal club campione d’Italia, magari mutuata da quelle dell’Avvocato sui magistrati che devono “lavorare serenamente e tranquillamente”, sugli scandali che “è sempre bene che vengano a galla” senza “mezze misure”, sulle indagini e le sentenze che non sono “complotti od oscure manovre”?
Se il Suo focoso cugino è in grado di pronunciarle, queste parole, tanto meglio. Altrimenti forse è il caso di metterlo in condizione di non fare altri danni alla fu Juventus. Nell’attesa, e nella speranza, che prima o poi impari come sta al mondo un Agnelli.”

6 commenti su “Lettera di Marco Travaglio a John Elkann sulla Juventus e sugli juventini”

  1. Una lettera ignobile in perfetto "stile Travaglio". Per lui non conta parlare dei fatti ma di ciò che di volta in volta gli fa comodo al fine di perseguire la sua "personalissima" idea di verità. Si propone come paladino della giustizia e afferma che nl 2006 si fece giustizia (sportiva), Ha mai letto gli atti e le deliranti e contraddittorie sentenze? Ha mai seguito le udienze del processo di Napoli? Sa come gli infallibili investigatori "investigavano" (si fa per dire…)? Ha mai ascoltato le intercettazioni telefoniche, tenute nascoste dagli investigatori con legittima riprovazione per tali "strane omissioni"?
    –segue–

    • perfettamente daccrodo con il sig. Ciceri. Travaglio invece di "vergognarsi" doveva se mai andare in fondo alla questione, indagare, e magari scoprire lui stesso le porcate giudiziarie che stanno venendo alla luce adesso (chissà che ne pensa di Auricchio. si, quello che "sceglieva" le intercettazioni da presentare…se fosse stato in un altro contesto…magari a favore di Berlusconi…eh? e se si presentava con una lista di destra per il comune di Napoli??? misterooooo…)
      Ricordo a Travaglio che non c'è una, dicesi una, partita indicata nelle "sentenze"come manipolata da quei cattivoni…fa lo stesso caro Travaglio? a si? allora a quando il processo obbligatorio alle intenzioni sulla base dei si dice….?

    • continua da prima…Io da Juventino per male ringrazio il cielo di non ragionare secondo la logica per cui un chilo di piombo pesa di più di un chilo di piume. Concludo …ma allora quanto sta emergendo dai tribunali di Napoli indica che i giudici sono corrotti dalla Juve? mah!!!! e a proposito di stile, se mai venisse allo stadio sarebbe bello che pagasse il biglietto senza usufrire della gratuità per i giornalisti. Saluti a tutti, anche a Travaglio la cui dimensione juventina (a meno di non essere in realtà un interista occulto, ma non vorrei offenderlo) si manifesta solo nella sua visione o bianca o nera della società.
      Armando

  2. Un fustigatore dei cattivi costumi (cattivi secondo il suo "perverso senso di giustizia", che con la giustizia spesso ha ben poco ha a che vedere!!!) non si erga a paladino della causa di Conte, accusato solo su basi "fumose e contraddittorie" da parte di un soggetto reo confesso di gravi illeciti che è premiato con lauti e smisurati sconti concessi dalla giustizia sportiva.
    Possibile che nella sua visione "perfetta" della giustizia non stonino le "pessime immagini" che il Procuratore Palazzi ha esibito in una "grottesca personale", tra assurde richieste di patteggiamento, sconti e premi di "collaborazione" e imbarazzanti richieste di "fare nomi, che più grossi sono meglio è…..".???

  3. –segue–
    Così eccolo rivolgersi a un personaggio contraddittorio che a molti pare lontano anni luce dalla causa bianconera chiedendo conto dell'operato del figlio di Umberto, nipote di Gianni, due che di certo, in una vicenda come questa, non le avrebbero mandate a dire a Federazione e Porcura Federale, magari usando "toni ironici" e "battute taglienti" tuttavia di certo non subendo passivamente come avvenne nel "tragico e oscuro 2006".
    Che vada a fare una bella intervista al Presidente e gli chieda il perché di questo comportamento, di certo vedrà soddisfatti i suoi dubbi…ah certo, Travaglio dubbi non ne ha mai, lui conosce solo la verità, la SUA verità.

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