Carcere ai giornalisti per la diffamazione: la Corte Costituzionale concede una anno di tempo al Parlamento per intervenire

La Corte costituzionale ha esaminato il  9 giugno 2020 le questioni sollevate dai Tribunali di Salerno e di Bari sulla legittimità costituzionale della pena detentiva prevista in caso di diffamazione a mezzo stampa, con riferimento, in particolare,all’articolo 21 della Costituzione e all’articolo 10 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.In attesa del deposito dell’ordinanza,previsto nelle prossime settimane, l’Ufficio stampa della Corte fa sapere quanto segue.

La Corte ha rilevato che la soluzione delle questioni richiede una complessa operazione dibilanciamento tra la libertà di manifestazione del pensiero e la tutela della reputazione della persona, diritti entrambi di importanza centrale nell’ordinamento costituzionale.Una rimodulazione di questobilanciamento, ormai urgentealla luce delle indicazioni della giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo,spetta in primo luogo al legislatore.

Poiché sono attualmente pendenti in Parlamento vari progetti di legge in materia, la Corte, nel rispetto della leale collaborazione istituzionale,ha deciso di rinviare la trattazionedelle questioni all’udienza pubblica del22giugno 2021,per consentire alle Camere di intervenire con una nuova disciplina della materia.In attesa della futura decisione della Corte, restano sospesi i procedimenti penali nell’ambito dei quali sono state sollevate le questioni di legittimità discusse oggi.