L’anello mancante del giornalismo online

Via Il Barbiere della Sera e Rosebud

Secondo la normativa italiana, chi non è iscritto all’Ordine, pur svolgendo un lavoro di tipo giornalistico, non può considerarsi un giornalista. La professione del giornalista è dunque formalmente regolamentata ed è fondata su una precisa deontologia, ovvero su una sorta di meccanismo etico che le appartiene e che lega in un binomio inscindibile la bontà del fine con la liceità del mezzo utilizzato per raggiungerlo quel fine. Più semplicemente, chi esercita il mestiere del giornalista si occupa di giornalismo, ovvero di quell’attività editoriale specializzata “nella raccolta, nell’elaborazione e nella trasmissione di notizie”.

Rimarcare che questa è una professione legalmente riconosciuta, che ha una sua ragione morale, che ha un suo scopo e una sua precisa modalità di estrinsecazione operativa non è un esercizio fine a se stesso. In questi tempi digitali, serve soprattutto a rammentare che il “mestiere” ha una identità ben definita.

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Chi vende, chi no, chi vendererà tra i giornali tradizionali

Tutto il panorama fotografato dal Barbiere della Sera subirà a breve un nuovo scossone per il successo (ad oggi) anche in edicola del Fatto Quotidiano che dovrebbe rubare copie ad alcune testate

Collaboro all’Osservatorio sull’Informazione che gestisce il sito www.malainformazione.it, e proprio in questi giorni alcuni colleghi hanno avviato una ricerca interessante. Mi piacerebbe… ‘aprire il dibattito’ su una prima pillola di dati grezzi che stanno raccogliendo.

Arrotondando almeno sulle centinaia, scopriamo poi che il calo di vendite tra il 2008 e il 2009 ha fatto scendere il totale da 4.005.000 a 3.715.000 di copie. Perdita assoluta totale 2009 su 2008: 290.000 copie, pari al 7,2%.

Dividiamo ora i 57 quotidiani (56+1, in realtà, per la doppia testata del piccolissimo Quotidiano di Sicilia) e li organizziamo in 5 fasce dimensionali:

Serie A – I ‘nazionali’ che vendono più di 300.000 copie, e che sono solo 2: Corriere (512 mila) e Repubblica (456), per un totale di 968 mila. (media: 484.000)
Serie B – I regionali (Stampa, Messaggero, ecc.) più il Sole, che stanno tra le 100 e le 300 mila: sono 7 testate e sfiorano in totale 1,2 milioni di copie. (media: 170.000)
Serie C – Un pool di provincial-regionali che vanno dal Tirreno alla Nuova Sardegna: 9 testate tra le 50 e le 100 mila copie vendute, con un totale di 639 mila copie (media: 71.000).
Serie D – Altro pool di provincial-regionali (dalla Gazzetta di Parma alla Provincia Pavese) più qualcosa di partito (Unità, Manifesto, Avvenire): 21 testate tra 20 e 50 mila copie per un totale di 707 mila copie. (media: 33.000).
Serie E – I fanalini di coda, piccolini o nati da poco che cercano di crescere: dalla Tribuna di Treviso a Taranto Sera sono 17+1 testate in un range tra 2.000 e 20.000 copie e un totale di 200 mila. (media: 11.000).

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