Professione reporter: trans per 23 minuti

Marco Giacosa non ha saputo fare a meno di cercare di emulare Andrea Scanzi e di inventarsi un reportage finto in cui testa dal vivo la messa in servizio del mestiere più vecchio del mondo nella versione trans

Scendo in strada per l’operazione-travone. Corso Massimo d’Azeglio tra corso Dante e le Molinette è location perfetta. La mia vicina di casa batte in corso Bramante all’angolo con via Ormea: posso sempre dire che conosco già qualcuno nell’ambiente, si sa mai. Mi piazzo nei cinquanta metri liberi tra via Cellini e via Tiziano, poco lontano dalla pizzeria Flegrea. Dall’altro lato della strada di solito c’è Patrizia, il trans che lo diede o lo ricevette a o da Lapo. Stasera non c’è. Maschero l’agitazione fumando spensieratamente una sigaretta. Penso a Il tempo delle mele: il primo minuto in strada non è una bella sensazione. Qualcuno dei passanti mi guarda storto: come donna sono impresentabile, come travestito devo proprio far ribrezzo. Altro che Miss Trans 2007.

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