Torte in faccia

torta.jpgEcco una breve analisi realizzata durante un tragitto in automobile sui risultati che potrebbero essere ad oggi delle possibili future elezioni politiche in Italia: oramai pochissimi credono al fatto che Marini possa farcela e ci si interroga solo sulla data delle elezioni.

Supponiamo di votare oggi e di dividere gli italiani in 3 classi economiche (ricchi, classe media, poveri). Secondo Istat i ricchi pari al 10% possiedono metà delle ricchezze. Viene poi una classe media pari al 30% e una terza classe chiamata schematicamente “poveri” che si potrebbe definire “normali” che è pari al 60% della nazione.

A questo punto facciamo delle previsioni sui voti delle tre “classi”
ricchi: 8% centro destra, 2% centro sinistra
media: 25% centro destra, 5% centro sinistra
poveri: 25% centro destra, 35% centro sinistra
Totale 58% centro destra, 42% centro sinistra

Il problema è di capire perchè tutti questi “normali” continuano a votare a destra oggi … e domani

2 commenti su “Torte in faccia”

  1. Forse perchè la sinistra ha dimostrato nei decenni di non fare nulla per i poveri ma solo per se stessa?

    Ricordo sempre l’esempio che mi fa sempre mio padre: foto di una fabbrica dall’alto in USA, c’è 1 fabbrica e tante auto. La fabbrica e del padrone, le auto degli operati. Foto dall’altro di una fabbrica russa: 1 fabbrica e 1 auto. La fabbrica è del popolo, l’auto del padrone.

    Battute a parte la sinistra non ha mai prodotto niente di buono per chi ha bisogno…semmai c’è da chiedersi come mai ancora cosi tanta gente continua a dare seguito a partiti che ancora oggi hanno falce e martello nel simbolo e si proclamano orgogliosamente comunisti.

  2. 1.6.2. In secondo luogo, occorre un segno esteriore del riconoscimento (non unilaterale, ma) generale della povertà, qualificabile perciò oggettiva. Tale stigma della povertà è l’atto di accettazione dell’assistenza.

    Secondo Simmel, è solo l’accettazione di un soccorso che colloca chi lo riceve al di fuori dei presupposti del suo ceto, costituisce la prova evidente che egli è formalmente declassato. Fin quando un individuo non accetti formalmente un soccorso, il pregiudizio di classe rende invisibile la sua povertà, che perciò non si manifesta come povertà in senso sociale, ma rimane una povertà individuale.

    Fin quando il soccorso non sia accettato, in effetti, la povertà rimane affermata solo dal lato di chi offre assistenza e quindi sempre solo soggettivamente, cioè dal punto di vista di un soggetto, quantunque soggetto collettivo.

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