Grattacielo si, referendum no

gratta-no.jpgIl Consiglio Comunale di Torino con 30 voti a favore e 10 contrari ha dato il via libera alla delibera per il superamento dei 150 metri dei grattacieli a Porta Susa. Il grattacielo Intesa San Paolo che potrà così raggiungere i suoi 172 metri.

Nella stessa seduta, il Consiglio Comunale ha bocciato la proposta di referendum consultivo sulla crescita verticale della città proposto dalla Sinistra Arcobaleno.

Durante la giornata dei lavori del Consiglio il Comitato Non grattiamo il cielo di Torino ha manifestato la propria contrarietà al progetto con 500 palloncini neri. E’ anche stato srotolato dalla Torre Littoria, in piazza Castello, uno striscione di 20 metri con la scritta “Un’ombra su Torino”

Il video dell’assemblea pubblica

Per approfondimenti

11 commenti su “Grattacielo si, referendum no”

  1. scusa, vittorio, suppongo che tu sia contrario alla costruzione di grattacieli a torino e ti chiedo se mi puoi spiegare le ragione del comitato “non grattiamo il cielo”, perché io non le ho capite ancora, sinceramente. :)

    leggo qui: http://www.nongrattiamoilcielo.org/chisiamo.php e mi chiedo:

    – perché un grattacielo di 170 m sconvolgerebbe per secoli il panorama?

    – perché non serve a niente, se ospiterà uffici e personale?

    – perché si dovrebbero utilizzare edifici dimessi o zone pensate e costruite nell’800 e nei primi del ‘900 con criteri vecchi?

    – perché sono convinti che un grattacielo non possa essere più eco-compatibile di vecchi edifici costruiti senza tenere in conto di ciò, quando si sa che renzo piano è tra i più attenti alla eco-compatibilità?

    – perché un grattacielo non può essere una tecnologia sostenibile, e alimentato con fonti rinnovabili?

    – perché un grattacielo dovrebbe consumare più di una zona estesa in ampiezza, che ospiterebbe gli stessi uffici e lo stesso numero di persone?

    e ora mi fermo, altrimenti sarebbero troppi “perché”.

  2. Io personalmente non sono a priori contrario alla costruzione di grattacieli. Mi sembra però che la situazione urbanistica e storica della citta non ne richiede la presenza.
    Non abbiamo la necessita di una crescita verticale come ad esempio a NY o nel centro di Londra. Ci sono molti spazi liberi e si e’ già costruito troppo nel recente passato lasciando parimenti molti spazi vuoti nelle abitazioni.
    Se poi si ritenesse opportuno costruire grattacieli ci sono due cose importanti da tenere da conto:
    – che normalmente non si costruiscono grattacieli a ridosso del centro storico (e la zona di Porta Susa è a ridosso del centro storico
    – che se si costruiscono ex novo diversi grattacieli li si raggruppa in una area ristretta costruita ad hoc (normalmente si fa l’esempio della defense a parigi) e non come si parla a proposito di torino con torri sparse in giro della città senza controllo.

  3. Tento di rispondere per quello che ne capisco alle domande sul comitato: non ne faccio parte, ma condivido la loro volontà di aprire una discussione ampia sulla crescita verticale della citta e proporre un referendum negato dal consiglio comunale

    – perché un grattacielo di 170 m sconvolgerebbe per secoli il panorama?
    mi sembra ovvio, sarebbe un discontinuita eccessiva per un panorama e una urbanistica diversa
    – perché non serve a niente, se ospiterà uffici e personale?
    perche sarebbe a totale uso e comsumo dei loro proprietari che tra l’altro hanno chiesto esplicitamente chela sede sia vicino a porta susa perche sia piu comoda per i propri dipendenti

    – perché si dovrebbero utilizzare edifici dimessi o zone pensate e costruite nell’800 e nei primi del ‘900 con criteri vecchi?
    Perche gia ci sono e sono ristruturabili gia torino ha deciso di abbattere i vecchi edifici industriali e non di riconvertirli come in quasi tutte le altre citta industriali

    – perché sono convinti che un grattacielo non possa essere più eco-compatibile di vecchi edifici costruiti senza tenere in conto di ciò, quando si sa che renzo piano è tra i più attenti alla eco-compatibilità?
    – perché un grattacielo non può essere una tecnologia sostenibile, e alimentato con fonti rinnovabili?
    – perché un grattacielo dovrebbe consumare più di una zona estesa in ampiezza, che ospiterebbe gli stessi uffici e lo stesso numero di persone?

    su questI non sono molto ferrato, ma diversi architetti mi hanno segnalato i problemi in questione

    VP

  4. Tento di replicare punto per punto senza polemica.

    – “Mi sembra però che la situazione urbanistica e storica della citta’ non ne richiede la presenza.”
    E’ una logica paradossale, perché a questo punto in nessuna città si dovrebbero costruire grattacieli. A Londra, Parigi, NY, Chicago, le stesse Berlino e Madrid, prima del primo grattacielo, non ne avevano uno. E quindi anche lì si poteva affermare “visto che storicamente e architettonicamente non abbiamo mai avuto grattacieli, non abbiamo la necessità di costruirne”

    – “Non abbiamo la necessita di una crescita verticale come ad esempio a NY o nel centro di Londra. Ci sono molti spazi liberi e si e’ già costruito troppo nel recente passato lasciando parimenti molti spazi vuoti nelle abitazioni.”
    Non so quanto tempo fa hai comprato una casa o un terreno, ma da un 3-4 anni a questa parte a Torino i prezzi sono lievitati a dismisura. Se non è quella una necessità di crescere in altezza… Io piuttosto nelle zone libere o dimesse preferirei che si facessero parchi, giardini, centri di aggregazione, ma non uffici.

    – “normalmente non si costruiscono grattacieli a ridosso del centro storico”
    a parte che chiamare Spina3 centro storico è fuori luogo secondo me, ma comunque perché non lo si può fare? mai stato a barcellona o, meglio ancora, a valencia? lo stupore e l’effetto che genera l’architettura moderna affiancata a quella del passato sono indescrivibili. A Londra stessa, la torre di Renzo Piano sorge ai piedi del Big Ben.

    – “se si costruiscono ex novo diversi grattacieli li si raggruppa in una area ristretta costruita ad hoc (normalmente si fa l’esempio della defense a parigi) e non come si parla a proposito di torino con torri sparse in giro della città senza controllo.”
    Io per ora ho sentito parlare solo del palazzo di IntesaSanPaolo e non di tanti altri, comunque quello è più una problematica relativa ai piani urbanistici piuttosto che all’opportunità di un grattacielo.

  5. “- perché un grattacielo di 170 m sconvolgerebbe per secoli il panorama?
    mi sembra ovvio, sarebbe un discontinuita eccessiva per un panorama e una urbanistica diversa”
    Allora non si dovrebbe costruire nulla di nuovo, che lasci davvero il segno di un’epoca. E poi è un preconcetto che la torre sia per forza brutta o che offenda la mole, nessuno l’ha vista.

    – “perche sarebbe a totale uso e consumo dei loro proprietari che tra l’altro hanno chiesto esplicitamente chela sede sia vicino a porta susa perche sia piu comoda per i propri dipendenti”
    se pagano, di chi dovrebbe essere l’uso e il consumo? oppure ho capito male e la costruirà il comune per regalarla alla banca? e poi porta susa è forse il luogo migliore, perché ci si arriva in treno, in metro e non c’è bisogno di movimentare auto e creare maggior inquinamento e traffico sparso per i vari punti della città.

    -” perché si dovrebbero utilizzare edifici dimessi o zone pensate e costruite nell’800 e nei primi del ‘900 con criteri vecchi?
    Perche gia ci sono e sono ristruturabili gia torino ha deciso di abbattere i vecchi edifici industriali e non di riconvertirli come in quasi tutte le altre citta industriali”
    io non so di quali edifici parli, e in più non sono torinese, ma al politecnico per esempio hanno riutilizzato i vecchi edifici delle ferrovie dello stato; in zona parco stura hanno trasformato una vecchia biotech in loft e condomini; etc.

  6. – E’ una logica paradossale, perché a questo punto in nessuna città si dovrebbero costruire grattacieli. A Londra, Parigi, NY, Chicago, le stesse Berlino e Madrid, prima del primo grattacielo, non ne avevano uno. E quindi anche lì si poteva affermare “visto che storicamente e architettonicamente non abbiamo mai avuto grattacieli, non abbiamo la necessità di costruirne”
    – Non abbiamo la necessita di una crescita verticale come ad esempio a NY o nel centro di Londra. Ci sono molti spazi liberi e si e’ già costruito troppo nel recente passato lasciando parimenti molti spazi vuoti nelle abitazioni.”
    Non so quanto tempo fa hai comprato una casa o un terreno, ma da un 3-4 anni a questa parte a Torino i prezzi sono lievitati a dismisura. Se non è quella una necessità di crescere in altezza… Io piuttosto nelle zone libere o dimesse preferirei che si facessero parchi, giardini, centri di aggregazione, ma non uffici.

    Quando parlo di necessita mi riferisco al fatto che la non esistenza di spazi richiede obbligatorimaente una crescita verticale
    I prezzzi sono lievitati per quella che si chiama speculazione edilizia e i grattacieli non sono edilizia residenziale

    – “normalmente non si costruiscono grattacieli a ridosso del centro storico”
    a parte che chiamare Spina3 centro storico è fuori luogo secondo me, ma comunque perché non lo si può fare? mai stato a barcellona o, meglio ancora, a valencia? lo stupore e l’effetto che genera l’architettura moderna affiancata a quella del passato sono indescrivibili. A Londra stessa, la torre di Renzo Piano sorge ai piedi del Big Ben.
    Ripeto londra e’ londra, torino e’ torino … e successivamente ricordo a meomia che i grattacieli si trovano in aree ad hoc

    – “se si costruiscono ex novo diversi grattacieli li si raggruppa in una area ristretta costruita ad hoc (normalmente si fa l’esempio della defense a parigi) e non come si parla a proposito di torino con torri sparse in giro della città senza controllo.”
    Io per ora ho sentito parlare solo del palazzo di IntesaSanPaolo e non di tanti altri, comunque quello è più una problematica relativa ai piani urbanistici piuttosto che all’opportunità di un grattacielo.

    Vado a memoria: grattacielo di finmeccanica nell’area di corso marche attualmente alenia, grattacielo a fiamco dell’oval per regione, secondo grtattacielo di FFSS nelle vicinanze di porta susa, grattacielo in ex area mater ferro vicino alla fontana di mario mertz

  7. “- perché un grattacielo di 170 m sconvolgerebbe per secoli il panorama?
    mi sembra ovvio, sarebbe un discontinuita eccessiva per un panorama e una urbanistica diversa”
    Allora non si dovrebbe costruire nulla di nuovo, che lasci davvero il segno di un’epoca. E poi è un preconcetto che la torre sia per forza brutta o che offenda la mole, nessuno l’ha vista.

    Questo e’ vero, ma occorre capire se si sta aprlando di una questione d fare mausolei o di costruire un edificio ad uso aziendali

    – “perche sarebbe a totale uso e consumo dei loro proprietari che tra l’altro hanno chiesto esplicitamente chela sede sia vicino a porta susa perche sia piu comoda per i propri dipendenti”
    se pagano, di chi dovrebbe essere l’uso e il consumo? oppure ho capito male e la costruirà il comune per regalarla alla banca? e poi porta susa è forse il luogo migliore, perché ci si arriva in treno, in metro e non c’è bisogno di movimentare auto e creare maggior inquinamento e traffico sparso per i vari punti della città.

    puo’ essere condivisibile … nlla visione della banca, leggrmente diverso per una ottica degli altri cittadini …

    -” perché si dovrebbero utilizzare edifici dimessi o zone pensate e costruite nell’800 e nei primi del ‘900 con criteri vecchi?
    Perche gia ci sono e sono ristruturabili gia torino ha deciso di abbattere i vecchi edifici industriali e non di riconvertirli come in quasi tutte le altre citta industriali”
    io non so di quali edifici parli, e in più non sono torinese, ma al politecnico per esempio hanno riutilizzato i vecchi edifici delle ferrovie dello stato; in zona parco stura hanno trasformato una vecchia biotech in loft e condomini; etc.

    Qui in effetti si nota che non vivi in torino: correttamente citi gli unici spazi che sono stati riconvertiti: l’area vicino alle nuove e nelle aree di stura. Ma altrove e’ stato tutto demolito per costruire edifici enormi che gli stessi architetti definiscono di scarsa qualita costruittiva e architettonica: concettualmente si chiama speculazione edilizia. Moltiplicare le cubature per creare propieta immobiliari in effetti difficlmente vendibili.

    Addendum finale: l’obiettivo e’ che si arrivi a dscutere con onesta e trasparenza di questi temi importati per la citta, poi la maggioranza e’ sempre sovrana. Auspico quindi il refrendum che invece e’ stato bocciato

  8. no, non sono torinese, ma vivo a torino stabilmente da 8 anni ed è una città che mi sta più cara del paese in cui sono cresciuto, però non conosco tutta la storia urbanistica della città.

    ci tengo a precisare che non è che io sia favorevole o contrario alle torri, ma semplicemente non lo vedo come un argomento che mi appassioni tanto. io non sono contrario alla sua costruzione, se questa avverrà seguendo criteri e canoni urbanistici, progettuali e costruttivi d’avanguardia. quelli del comitato invece sono contro a priori, e come argomento di propaganda si sono inventati il fatto che sarà brutta, che non è adeguata architettonicamente e altre balle del genere. ecco, secondo me c’è qualcosa sotto, gente in malafede che ha interesse a fomentare le persone in buonafede (così come succede in val di susa).

  9. non sono torinese e mi sono letto un po’ di cose sul tema e vi consiglioanche se indubbiamente di parte
    http://eddyburg.it/article/articleview/10197/0/36/

    Due torracchioni firmati Piano e Fuksas, una città da «grandi firme» e piccole idee, un gruppo di oppositori trattati come cavernicoli. L’ex capitale dell’industria italiana guarda molto in alto per non vedere ciò che succede in basso

  10. Molti torinesi si sono limitati a seguire le direttive dei quotidiani, che non danno notizie ad ampio spettro, ma pubblicano soprattutto le comunicazioni aziendali dei rispettivi proprietari; così il dibattito verte sul sesso degli angeli, pardon sul modernismo (come sinonimo di progresso), o sull’oscurantismo (nota sindrome dei bogianen), che sono vuote formule, usate per coprire i vuoti di pensiero oppure per distogliere l’attenzione dai veri problemi.

    Pochi sono informati che l’origine di questa ipotesi di stravolgimento della città sia come forma urbana (urbs; città fisica, agglomerato urbano) sia come forma cittadina (civitas; luogo dove molte persone convivono, lavorano e coltivano relazioni) sta nel passante ferroviario, che ha “liberato”, con la copertura dei binari lungo le SPINE, milioni di metri cubi edificabili, rendendo appetibile ai costruttori il business della cementificazione di Torino. Poi ci si è messa la giunta attuale, tramite l’assessore alle varianti creative: oltre 168 dopo il 1995 al Piano regolatore Generale (PRG), per cui non più ha senso dire che a Torino ci sia un PRG. Più cresce l’altezza di questi torroni, più si fa profitto a impilare metri cubi, senza alcun riguardo per il contesto urbano in cui verrebbero piantati, ignorando problemi di viabilità, di accessibilità, di vivibilità.

    Pochi sanno che sono previsti da 5 a 8 edifici di alterzza superiore a 100 metri; i giornali si limitano a parlare di volta in volta di ciò che sta diventando evidente, non del disegno chq sta prendendo corpo sulla città di Torino, a insaputa della maggior aprte dei torinesi.

    Pochi sanno che per il grattacielo Intesa non è stata svolta alcuna analisi di impatto ambientale (congestione del traffico, ombre, miscroclima, effetto vento, effetti sul giardino adiacente); pochi sanno che la banca Intesa si impegna a mantenere suoi dipendenti nel grattacielo di corso Inghilterra per 5 anni ( AVETE LETTO BENE : CINQUE ANNI), poi liberi tutti!

    Pochi sanno che i grattacieli sono dei divoratori di energia (già, ma la crisi energetica vale per i poveri cristi, non per i politici e i banchieri).

    Ma si dibatte su risibili valutazioni estetiche, di opportunità di lavoro per la città (certo, qualcuno in città si prenderà dei bei soldoni, ma i torinesi comuni e i residenti che vantaggi avranno?).

    Ultima chicca: l’altezza del grattacielo Intesa dovrà essere inferiore a 190 metri per rispettare un vincolo dell’Ente di Controllo Aereo: il torrone si troverebbe sulla direttrice di atterraggio verso Caselle e il cono d’atterraggio esige il rispetto di altezze ben precise; altro che il confronto con la Mole! In ogni caso, il progetto esecutivo del grattacielo ideato da Renzo Piano non è stato ancora predisposto, per cui l’altezza del torrone è ignota (in una presentazione in Consiglio Comunale, un progettista francese dello Studio Piano ha parlato di 188 metri, incluse le “quinte” di protezione).

    Il Piano regolatore del 1995 prevedeva a 85 metri l’altezza massima degli edifici di Torino: è l’altezza del tempietto che sta alla base della guglia della Mole.

    Nessun giornalista delle redazioni in Torino di Stampa e Repubblica ha mai fatto cenno a queste notiziole; anche per il denaro che andrebbe alle casse comunali i giornali sparano numeri senza indicare i documenti UFFICIALI da cui li avrebbero riìcavati.

    Chiudo con l’invito a leggere le “osservazioni” presentate da varie organizzazioni e comitati spontanei contro la delibera che approva l’ultima variante in altezza (numero 164); si trovano nel sito “nongrattiamoilcielo.org”. A fronte di queste osservazioni, l’Assessorato all’Urbanistica dovrà preparare controdeduzioni puntuali, che dovranno essere discusse in Consiglio Comunale prima che la variante 164 abbia l’approvazione definitiva.

    Intanto è partita la pantomima sul grattacielo della Regione, tutto a spese nostre, di cittadini contribuenti: il territorio frana per mancate manutenzioni, ogni piena (conseguente a una settimana di piogge) mette a nudo carenze da paese dei campanelli, si allungano le code di attesa nella sanità pubblica, ma si intende destinare fondi al monumento per la grandeur di “Madame Bresso”, che forse intende lasciare un segno sul territorio torinese più grosso di Villa della Regina e del Palazzo del Valentino!

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