I media italiani non hanno alcun interesse a perseguire l’innovazione tecnologica

Via Newsbox.it

Persino Captain Crunch, il guru mondiale degli hacker, in questi giorni a Pescara per partecipare al Moca 2008, sottolinea la poca lungimiranza del sistema di telecomunicazioni italiano. In una intervista a firma di Ylenia Gifuni sulle colonne de Il Centro, John Draper, maestro dei pirati informatici, sostiene che in Italia “i media sono controllati da poche persone che non hanno alcun interesse a perseguire l’innovazione tecnologica”.

L’Italia delle istituzioni e delle comunicazioni dovrebbe vergognarsi di fronte a queste dichiarazioni che arrivano da esponenti di altri Paesi nel mondo che hanno fatto della ricerca in campo tecnologico uno stile di vita. Il business coniugato alla ricerca di nuovi spazi tecnologici’. Il gruppo Finlloyd, che da alcuni anni si occupa di tecnologia d’avanguardia come il mobile internet (internet sul cellulare, per intenderci) e’ presente in questi giorni al raduno degli hackers all’ex caserma Di Cocco con i suoi massimi vertici.

In un intervento all’happening di Andrea Monti, massimo esperto italiano di diritto informatico, Roberto Santuccione, fondatore del gruppo Finlloyd insieme a Cinzia Cordesco, ha fatto notare come vi sia, in questi ambiti, la necessita’ di “unire le forze, fare lobby, creare dei centri di potere, al solo scopo di punzecchiare il legislatore spingendolo ad ascoltare i consigli di chi si nutre di pane e innovazione tecnologica per snellire e modernizzare un sistema giuridico, come quello italiano, troppo vecchio e capace solo di frenare lo sviluppo tecnologico”.