Storia di una mangiatoia

Via Gad Lerner

Vorrei dire sommessamente ai miei innumerevoli colleghi giornalisti, critici letterari nonche’ scrittori piu’ o meno di fama che non occorreva aspettare l’indagine della magistratura per riconoscere la natura clientelare del Premio Grinzane Cavour.
Poco m’importa della vita privata di Giuliano Soria, oggi inquisito per le malversazioni cui avrebbe sottoposto un dipendente. Ma siccome ho vissuto a Torino negli anni in cui questo operatore culturale iniziava a raccogliere prebende pubbliche dagli enti locali (di destra e di sinistra) e grazie a quei fondi reclutava partecipanti a gettone per le sue iniziative, beh, ve lo voglio dire: si vedeva a occhio nudo che la faccenda era solo un grande scrocco vestito di pseudo-dignita’ culturale, magari condita di retorica piemontesarda.

Rispettabili esponenti dell’intellighenzia hanno fatto finta di non accorgersene, e oggi esibiscono corrucciato stupore, solo perche’ gliene veniva un viaggio all’estero piuttosto che un assegno o anche solo uno sfogo per il loro narcisismo. Serate di gala a go’ go’, con grattatina di tartufo. Ho ricevuto decine d’inviti da Soria, a un certo punto infastidito dalla mia ritrosia. Ma vi assicuro che non ci voleva alcun eroismo nel declinarli. Oggi mi compiaccio di non avere mai messo piede a un’iniziativa del Grinzane Cavour. Ma mi permetto di aggiungere che i suoi ospiti fissi dovrebbero farsi un esamino di coscienza…miei cari inguaribili scrocconi!

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