L’industria elettorale piemontese

Maurizio Tropeano su Lastampa.it

Se gli date del guastatore della politica non si offende. E nemmeno se lo accusate di essere un inventore di liste tarocche. Renzo Rabellino tira dritto per la sua strada – «vogliamo abbattere questo sistema bipolare» – anche se precisa: «Le nostre firme sono tutte a posto e non temiamo il confronto calligrafico. Non una è falsa». Domani, il Tar si pronuncerà sul ricorso presentato dall’avvocato Luca Procacci per conto di Roberto Cota per escludere la Lega Padana Piemont dalla competizione elettorale. Contro di lui si sono scatenati i radicali e anche i grillini doc che hanno organizzato presidi «No Rab». Su Facebook sono fiorite le proteste di cittadini che hanno firmato petizioni per il Filadelfia e contro la Ztl e poi si sono trovati presentatori di una delle dieci liste che lo appoggiano nella sua corsa alla presidenza della Regione.

Rabellino, però, che dichiara di essere nullafacente e di far politica a tempo pieno, è dal 28 di agosto che batte i mercati, lo stadio comunale e le sagre di paese per autenticare le firme. E’ stato lui a vidimarne migliaia e afferma che nei banchetti «accanto alle petizioni si chiedeva espressamente di firmare per le regionali». Si vedrà l’esito dei ricorsi e degli esposti.


Rabellino, però, ha un peso nel mercato politico. Che cresce elezione dopo elezione grazie alla capacità di gestire un contenitore da cui salgono e scendono liste, simboli e personaggi. Il modello si basa su una coppia consolidata di simboli, No Euro e Lega Padana, e su alleanza tattiche con Forza Nuova o la Fiamma Tricolore. C’è anche una lista No Tav/No Nucleare. Lo descrivono come Mandrake ma in realtà è l’elemento visibile di una squadra che condivide un progetto politico: c’è Giancarlo Nocetti che guida la Lega Padana, Ernesto Macario Cot (il granata), Pier Carlo Marengo il No Tav, Enrico Cociulillo (i grilli parlanti) e Alberto Gazzaniga (i giovani).

Quanto vale il «sistema Rab»? Oltre 40 mila voti alle scorse provinciali di Torino, ad esempio. E forse è anche per questo motivo che con i grandi partiti c’è un rapporto di odio e amore. C’è, ad esempio, il consigliere regionale Maurizio Lupi, leader dei verdi-verdi che adesso sono schierati con Roberto Cota. Oppure la lista Pensionati e Invalidi a fianco di Mercedes Bresso. E il consigliere regionale ecologista, Enrico Moriconi, in maggioranza con Bresso ha permesso a No Euro di evitare la raccolta delle firme. Ma Rabellino spiega anche che «fino all’ultimo c’è stata una trattativa con la Pdl per arrivare ad un’intesa con la Lega Padana. Possono negare ma io ho gli sms». Senza dimenticare che alle politiche del 2006 Rabellino, con il suo No Euro, si schierò con il centrodestra contro «Prodi, Ciampi e Amato, simboli dei poteri forti».