I cantieri del quartiere Parella

Via Vittorio Bertola

Chi abita in zona Parella sa cosa stiamo vivendo in queste settimane; chi non lo sa può divertirsi con questo dettagliato resoconto. Qualche giorno fa tornavo dal centro in bici per via Medici quando, in vista dell’incrocio con corso Lecce, ho incontrato una coda inusuale. In quel tratto c’è spesso coda, perchè il verde per via Medici è molto breve, ma stavolta la fila arrivava fin quasi in corso Svizzera. Risalita la coda, ho scoperto il motivo: all’incrocio, oltre al semaforo, c’erano i vigili.

Dovete sapere che in queste settimane il mio quartiere è devastato da lavori in corso ubiqui – credo per il teleriscaldamento. Avendo deciso che un collettore doveva passare necessariamente sotto il centro di corso Lecce (ma non potevano metterlo sotto il controviale?), uno dei principali assi di scorrimento cittadini è stato trasformato in una continua sorpresa di deviazioni, strettoie e, ovviamente, code, tutte artisticamente mutate ogni pochi giorni man mano che il cantiere si sposta.

In questi giorni il cantiere è tra via Medici e via Lessona, per cui chi arriva da sud, all’incrocio con via Medici, deve immettersi sul controviale. Ci sono molte cose che si potevano fare per rendere la cosa meno dolorosa: per esempio, modificare temporaneamente il semaforo in modo da mantenere il rosso sul controviale mentre dal viale, col verde, le auto effettuano la svolta. Oppure pattugliare regolarmente il tratto di controviale su cui è deviato il traffico, visto che la coda è data anche dal fatto che, davanti al paio di bar che ci sono, continuano ad esserci allegramente le auto abbandonate in doppia fila.

Invece no: nessuno si è preoccupato di queste cose, ma l’unico intervento è stato mandare i vigili: ed è stata una scelta mortale.

Infatti, l’incrocio era presidiato da una squadra di quattro vigili, un uomo e tre donne. Lo scopo, in teoria, era quello di evitare che l’incrocio si intasasse, bloccando le auto sul viale di corso Lecce se sul controviale non c’era più spazio per accoglierle. La realtà, invece, era una comica da film muto: infatti i quattro vigili non riuscivano assolutamente a sincronizzarsi tra loro. Probabilmente erano poco esperti, ma mentre uno da un capo dell’incrocio invitava le macchine a passare, l’altro dall’altra le bloccava in mezzo al passaggio; oppure un vigile invitava a muoversi proprio mentre veniva rosso, rischiando la collisione con chi vedeva scattare il verde e partiva davanti a un altro vigile che, non accorgendosi del cambio di colore, si dimenticava di fermarlo; oppure il vigile che regolava il viale non veniva avvertito che il controviale si stava riempiendo e faceva passare troppe auto.

In pratica, per tre interi cicli semaforici il breve verde di via Medici è stato completamente perso perché le maldestre manovre dei vigili avevano riempito l’incrocio di auto bloccate; e così si spiegava la coda fino in corso Svizzera e, dall’altra parte, fino in piazza Chironi.

Come ciliegina, il caos era completato dal fatto che nella già stretta via Medici, proprio sull’angolo, era in corso un trasloco: un enorme camion con elevatore tirava giù mobili da un piano alto, restringendo la carreggiata. Ora, io non so se il trasloco fosse urgente, ma possibile che non si potesse dare il permesso di occupazione del suolo per dieci giorni prima o dieci giorni dopo, a cantiere spostato?