Uno alla volta e si salvi chi può

Paola Caruso, sull’incontro di venerdì scorso a Milano

Com’è andata la discussione di ieri sul precariato? Non è facile dare una lettura. Presto saranno pubblicati i video e ognuno potrà farsi un’opinione personale. I lunghi discorsi in burocratese mi hanno un po’ demoralizzata. Non sono abituata a perdermi in chiacchiere: ho una formazione da chimico, per cui agisco, sperimento, provo. Non perdo tempo.

Il sindacato ha buone idee, ma i modi per realizzare queste idee mi sembrano poco chiari e non lasciano sperare in soluzioni veloci (non posso aspettare 20 anni: ne ho già 40).

Due cose mi sono rimaste imprese.  La prima è una frase di Giovanni Negri: “Il tuo sciopero della fame non poteva arrivare all’opinione pubblica perché non era una notizia”. Non sono d’accordo. Gli operai sulla gru hanno avuto la prima pagina. Il mio sciopero della fame non meritava neanche una breve dopo il can can in Rete? Non ci credo. La notizia è stata ignorata per evitare altri scioperi della fame. Le redazioni sono piene di Paole Caruso.
La seconda è un’affermazione forse di Anna Del Freo: “In maniera veloce si può intervenire soltanto sui casi singoli”. Della serie: uno alla volta e si salvi chi può.

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