Un anno di parole per i lavoratori di Eutelia

Via l’isola dei cassintegrati

La prima è stata Impugnazione. Nel giugno 2009, Eutelia, dove lavoravamo in più di 2000, decide di disfarsi di 1500 di noi con una cessione di ramo d’azienda verso Agile. Dato che Agile, come messaggio di benvenuto, smette subito di pagarci, abbiamo la conferma che la cessione era fasulla e così la impugniamo. In pratica la contestiamo, ma la parola usata è “impugnazione”. (Il tribunale ci darà poi ragione, ma senza riparare al torto, ma questa è un altro racconto.)
Arriva poi l’Ingiunzione. Era settembre 2009, lavoravamo tutti, ma l’ultimo stipendio preso era quello di giugno e non si intravvedevano soldi all’orizzonte. Allora, con l’aiuto del nostro sindacato metalmeccanico, la storica FIOM, ci prepariamo a fare le “ingiunzioni di pagamento”.

Passa qualche altro tempo e capiamo che l’impugnazione e l’ingiunzione (sentite come suonano male?) non sono sufficienti ed allora passiamo all’Insolvenza. Firmiamo a centinaia perché Agile venga dichiarata “insolvente” dal tribunale e quindi venga tolta dalle mani di chi l’ha presa non già per farla crescere, ma con l’unico scopo di affossarla. E il tribunale a dicembre 2009 conferma l’insolvenza di Agile.

Ci aspettavamo ora la parola “commissario”, ed invece ne incontriamo una veramente nuova per noi, Custode giudiziario. Ci vuole qualche tempo per capire cos’è un custode giudiziario e a dire il vero forse non l’abbiamo capito ancora adesso.

Il problema è che le parole Lavoro e Lavoratori si stanno separando sempre più dalle loro parole compagne: dignità, giustizia, civiltà.