Cambiano un po’ ma restano i contributi all’editoria

Via l’Unità

Con 454 voti favorevoli, 22 contrari e 15 astenuti l’Aula di Montecitorio ha approvato in via definitiva il decreto che contiene norme per il riordino dei contributi alle imprese editrici. Il provvedimento è ora legge dello Stato.

Tra le novità contenute nel decreto l’innalzamento della percentuale di vendite necessaria per accedere ai contributi, che deve essere pari, rispetto alle copie distribuite, ad almeno il 25% per le testate nazionali. Per le testate locali, invece, il rapporto tra copie tirate e copie vendute in edicola deve essere almeno del 35%. Ancora, abbassamento anche del numero di regioni in cui bisogna distribuire la testata per essere considerati periodico a tiratura nazionale: da 5 regioni a 3. Tra i requisiti di accesso sono inserite anche la previsione di un numero minimo di giornalisti dipendenti e , per le cooperative di giornalisti, la mutualità prevalente.

È eliminato il requisito di un tetto massimo alle entrate pubblicitarie e sono introdotte semplificazioni per le cooperative di giornalisti che subentrano al contratto di cessione in uso o acquistano una testata che ha avuto accesso ai contributi entro il 31.12.2011.

Il provvedimento introduce anche nuove regole per la determinazione dei criteri di calcolo dei contributi. In particolare i contributi deriveranno dalla somma di una quota rapportata ai costi sostenuti e di una quota rapportata alle copie, che ora sono quelle vendute e non più quelle distribuite.