Coccodrilli: l’arte di commemorare i campioni dello sport

Dalla A alla Z per raccontare, nel momento dell’addio, l’alfa e l’omega di una sessantina di personaggi che hanno fatto, scritto, fatto scrivere la storia dello sport, recente e meno. Il genere è quello che in gergo si chiama “coccodrillo” e che, secondo criteri giornalisticamente consolidati, specie per campioni molto avanti con l’età dovrebbe esser pronto da tempo, conservato, pronto all’uso per quando viene recapitata la ferale notizia. In realtà, l’autore ha sempre preferito stendere di getto, giudicando freddo e surgelato il materiale già preparato.

L’immediatezza può apparire febbrile ma di certo appartiene alla sfera della sincerità. Subito dopo i personaggi, ordinati in ordine alfabetico in una successione che si apre con Rocco Agostino e si chiude con Emil Zatopek, passando per il grande Mennea e l’indimenticato Enzo Bearzot, un’appendice dedicata a ricorrenze che possono cadere nel repertorio dei “coccodrilli eterni”: dalla tragedia del Grande Torino alla morte di Fausto Coppi, dalla scomparsa del titano Adolfo Consolini all’incidente che spazzò via il Manchester United.