Remigio Pasteris: 1924-2014, era mio padre

90anni-remigioLa vita è  strana. Ti trovi a fare in modo che tuo padre dopo un anno diffciile, dopo una operazione difficile, dopo una convalescenza difficile ritorni a casa per navigare a vista verso l’inverno che arriva. Lo porti a casa, lo saluti, gli dai appuntamento a più avanti nella settimana, dai indicazioni perchè riparta una piacevolmente noiosa normalità. Torni alla tua vita e dopo qualche ora ti arriva una telefonata che dice: Vittorio vieni tuo padre è morto. Allora corri sperando che si siano sbagliati, ma non si sono sbagliati. Tuo padre ha fatto una merenda sinoira, ha bevuto un po’. Poi qualcosa si è spento e cuore e respiro si sono fermati. Così in poche ore sei passato dalla gioia e dalla speranza di un ritorno, al discutere di rosari, funerali, casse da morto e simili amenità senza neanche accorgertene, in modo quasi omeopatico.

Poi si fa tardi e ti guardi indietro. Vedi un rapporto non mai facile fra un figlio e un padre per molte cose molto simili e per altri aspetti quasi agli antipodi, cresciuti in mondi, contesti, ere e vicende molto lontane. Vedi però di avere imparato e introitato geneticamente molte cose di quello che sei da tuo padre senza accorgetene: la precisione, l’amore per la concretezza, il senso etico di lavoro e dignità. Scavi nei ricordi e trovi le immagini e i racconti di una Torino e di un Piemonte dagli anni 60 agli anni 90 diverso da oggi, forse più ricco di uomini veri e di storie di persone con la schiena dritta e con la voglia di costruire senza mezzucci.

Torni alla storia di una coppia di villareggesi che vengono a vivere in Torino per trovare lavoro  e con buon senso e sacrifici si costruiscoo una vita con piccoli grandi agi, mettono al mondo un figlio e lo allevano. Poi ritonano a vivere al paesello gli ultimi anni della loro vita. Poi la moglie e la mamma se ne va troppo presto. La vita del marito continua comunque in discreta salute, con qualche problema di depressione, compatibilmente con l’età. Poi salta fuori un grosso problema a una gamba. Si comincia a parlare di amputarla, si aspetta, ma poi occorre procedere. L’operazione va in fondo bene, si cercano dei nuovi equilibri e si crea una specie di task force che riesce a garantirti a casa tua, compatibilmente, una discreta qualità della vita. Poi a un certo punto la vita si spegne ed è tutto finito.

Sono stati mesi lunghi in cui abbia,o cercato di darti la migliore qualità della vita possibile, in cui abbiamo conosciuto che in Italia trovi una ottima sanità, grandi professionalità, persone stupende, burocrazia a volte stucchevole, varia umanità che perà cerca di fare bene il suo lavoro di assistenza. L’esperienza di questi mesi probabilbmente mi ha cambiato, c’è più speranza di riuscire a vivere in un paese molto più che civil, basta darsi da fare.

Ciao Remigio: buon viaggio salutami mamma dove siete ora.
Io prendo sotto braccio Barbara, Paola e Pietro e tutti gli altri e cerchiamo di pensare e fare il futuro migliore possibile.
Nella fotografia Remigio che spegne la candelina dei 90 anni.
Oggi primo ottobre 2014 è il giorno in cui si celebra san Remigio.
I funerali di Remigio saranno giovedì 2 ottobre alle ore 15.00 a Villareggia

2 commenti su “Remigio Pasteris: 1924-2014, era mio padre”

  1. Un abbraccio Vittorio.
    Quando succedono queste cose è difficile non dire benalità, perchè il più delle volte si rimane senza parole, di fronte alla mancanza, al vuoto che lasciano i nostri cari quando se ne vanno.
    Due anni fa se ne andava, in una notte senza nessun preavviso, anche mio padre. Ritrovo nel tuo scritto alcune cose che scrissi all'epoca per lio: http://www.pinoferraris.it/per-pino-da-sergio/

    Un abbraccio

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