Qualcuno si accorge del caos ragionato di Mediaset Premium

Il Salvagente dedica la sua copertina e vari articoli ai disservizi diffusi di Mediaset Premiun

Il numero del settimanale il Salvagente, in edicola questa settimana, ha una copertina sulla quale spicca il titolo “Va in onda il caos tv”, dove si affronta il tema delle trasmissioni criptate all’improvviso dalla Rai e dei decoder introvabili.

Ma anche lo strano caso delle “tesserine” di Mediaset Premium, dedicate ai singoli eventi sportivi, improvvisamente “sparite” dal mercato e sostituite da formule di abbonamento poco trasparenti. Tanto che l’associazione Aduc denuncia Mediaset all’Antitrust per “condotte commerciali scorrette”, motivando così il ricorso all’Autorità: “Nella versione Premium (i servizi a pagamento), Mediaset si distingue per addebiti ai clienti senza autorizzazione e legittimità, mancato invio della scheda per fruire della visione, non attivazione dei servizi pagati, mancato rispetto delle condizioni pattuite, difficoltà a recedere dal contratto”.
Pubblichiamo, qui di seguito, una parte dell’inchiesta di Linda Varlese sul caos che sta affliggendo in questo periodo i telespetattori.
I disagi, per gli amanti delle tv a pagamento, non finiscono mai. C’è perfino chi compra un pacchetto Mediaset Premium e non può fruirne.
È quel che è successo a un nostro lettore che dopo essersi abbonato a Gallery e Fantasy, sborsando 199 euro per poter godere del suoi cartoni animati giapponesi preferiti, trasmessi da “Hiro”, si è visto oscurare ripetutamente il canale in coincidenza con l’inizio del campionato (in una settimana è successo quattro volte).
Dunque schermo blu per molte ore al giorno, soprattutto nella fascia serale e – ipotizza non senza molte ragioni il nostro lettore – con le partite al pomeriggio, probabilmente anche in quella pomeridiana, dalle 14 alle 18 circa.
Gli eventi calcistici sono molti e richiedono maggior banda: “ma pagare un abbonamento per non poter godere di un servizio, è una truffa in piena regola” denuncia il nostro lettore.

…L’Aduc non ha dubbi: “Easy pay risulta il profilo contrattuale più problematico”. Per questo l’associazione ha denunciato all’Antitrust Mediaset per “condotte commerciali scorrette”.

Le tessere prepagate per vedere ogni tanto una partita? dimenticatele. Oggi si è passati agli abbonamenti (più o meno mascherati).
Che piaccia o no, siamo il paese in cui il calcio è motore fondamentale del mercato televisivo. E sul pallone puntano tutte le pay tv, vecchie e nuove, che in Italia si contendono il ricco mercato di tessere prepagate e abbonamenti.
I concorrenti che si spartiscono gran parte di questo business sono due: da una parte Sky con i suoi abbonamenti, dall’altra Mediaset Premium, che in 4 anni ha raggiunto quasi 4 milioni di clienti, puntando su carte prepagate che consentono l’acquisto del singolo evento tramite pay per view. Tuttavia, con il successo, arrivano anche le lamentele dei clienti. Salgono i prezzi, diminuiscono le offerte e compaiono le prime anomalie…

Pay per view letteralmente significa “pagare per vedere”: questo era l’intento iniziale della carta prepagata Mediaset Premium e una delle ragioni del suo successo. Nessun abbonamento, nessuna rateizzazione, ma una carta da ricaricare periodicamente presso i negozi specializzati o le ricevitorie del lotto o anche tramite call center per poter di, volta in volta, pagare per fruire dell’evento televisivo desiderato. Così chi si serviva di Mediaset Premium solo sporadicamente, non era costretto a pagare una rata mensile per un servizio che di fatto restava inutilizzato, ma vedeva scalare il credito alla sua scheda prepagata solo all’atto dell’acquisto della trasmissione scelta.
Ora le cose sono cambiate: la tesserina prepagata, innanzitutto, ha mantenuto la caratteristica di essere a tempo (scade dopo un periodo prefissato) ma negli anni ha visto impennarsi i suoi costi. Oggi si acquista a un prezzo iniziale di 39 euro grazie ai quali si fruisce di un mese di visione di tutto il mondo Mediaset Premium. “Solo un assaggio” come ci dicono dall’ufficio stampa di Mediaset. Allo scadere del trentesimo giorno, infatti, l’incanto scompare. La novità è che non basta più ricaricarla per poter acquistare una partita di calcio specifica, ad esempio, al prezzo di 8 euro o il film tanto atteso a 6 euro. È necessario acquistare un Pass Gallery dalla durata variabile: senza la sottoscrizione di questa speciale offerta, la prepagata è inutilizzabile.
Solo per fare un esempio: per poter vedere un match di calcio, è necessario caricare sulla prepagata un Pass Gallery della durata di 4 mesi (l’unico in commercio in questo momento a 49 euro, mentre i Pass della durata di 3 o 6 mesi sono stati ritirati); a cui poi va aggiunto il costo della partita (8 euro, per l’appunto).

Facendo un po’ di conti, salta subito all’occhio che il sistema pay per view si è trasformato e di certo non in favore del cliente che non segue tutto il campionato.
Non per nulla Mediaset Premium incoraggia l’acquisto della Easy Pay, la formula abbonamento annuale vera e propria, pubblicizzata a prezzi vantaggiosi e, a ben guardare, più convenienti rispetto alla prepagata. Se il prezzo di partenza della carta è lo stesso, 39 euro, fino al 31 agosto si poteva acquistare il pacchetto completo, Gallery più Calcio, con una quota bimestrale di 38 euro (da settembre si è tornati a 48 euro al mese).
Sia che si acquisti una formula prepagata, sia che ci si affidi alla Easy Pay, gli utenti denunciano su blog, forum e via mail, la scomparsa della formula pay per view che dava la possibilità di utilizzare la scheda ricaricandola come si fa con i telefoni, scegliendo il momento migliore per comprare la visione di un film o di una partita, esattamente come si fa quando si decide di godere di una prima visione al cinema o allo stadio, senza l’obbligo di sottoscrivere un abbonamento.
Ma, si sa, tutte le cose belle finiscono. Specie quando non c’è concorrenza.