A Torino non si può riprendere il Consiglio Comunale

L’incivile avventura di Vittorio Bertola al Consiglio Comunale di Torino Sono arrivato alle 16 e delle (peraltro gentilissime) signore all’ingresso mi hanno fatto attendere fino alle 16,45, perché non si può entrare prima che la seduta sia ufficialmente aperta (non sia mai che il pubblico veda qualche compromettente chiacchierata preliminare). Poi mi hanno fatto salire, … Leggi tutto

La balcanizzazione dello stivale

Via Vittorio Bertola

Ho apprezzato molto l’editoriale di Barbara Spinelli sulla prima pagina de La Stampa di oggi, intitolato Gli eroi non vivono in branco (era online stamattina sul sito ma l’hanno tolto, spero ricomparirà presto nel blog della Spinelli). In pratica sottolinea ciò che è evidente a tutti, cioé che la società italiana è ormai completamente balcanizzata, divisa in gruppi e gruppetti a cui ogni persona sente di appartenere, e che si pongono in antagonismo forzato sia verso gli altri gruppi che verso il concetto stesso di collettività.

L’Italia è da sempre il paese del tifo: invece di discutere civilmente e pietosamente sul conflitto tra israeliani e palestinesi e su come ricomporlo, ci si divide tra chi tifa per i primi e chi tifa per i secondi; e lo stesso per qualsiasi altra questione politica o sociale. Sempre più spesso, però, il tifo è assoluto: arruolandosi in una squadra si nega la legittimità stessa dell’altra, e ci si pone come obiettivo non la mediazione, ma la sconfitta assoluta dell’avversario.

Qualsiasi discussione, insomma, deve concludersi con la propria vittoria, con l’ottenere ragione completa, e con la sconfitta dell’avversario; se così non avviene, se un terzo osservatore o la collettività prendono un’altra via, si va automaticamente a concludere che essi sono stupidi, ignoranti o direttamente corrotti e in malafede.

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Una città bloccata

Una diagnosi del “sistema Torino” da Vittorio Bertola

La cosa negativa, però, è stata la puzza di vecchio di tutto l’evento, a cominciare dalla presenza sul palco di un mostro sacro come Luciano Gallino, che ha esordito spiegando che “l’industria ICT non è solo software, perché ci sono anche quelli che montano e vendono i PC”: e davanti a siffatta comprensione delle cose, che vogliamo obiettare? Infatti, ha proseguito dicendo più o meno che l’ICT è economicamente irrilevante perché è fatta solo di microaziende da dieci persone o meno, e così il convegno è surrealmente proseguito orientandosi sulla centralità per lo sviluppo torinese, indovinate un po’, dell’industria dell’auto, su cui dobbiamo puntare per il nostro futuro.

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