L’area grigia di Google in Cina

Francesco Russo su Repubblica.it

E’ una di quelle notizie a prima vista in bianco e nero, in cui dovrebbe essere facile distinguere buoni e cattivi. Dunque, Google – come annunciato  la settimana scorsa – ha smesso di censurare i risultati del proprio sito in cinese Google.cn, redirigendo il dominio su Hong Kong, che fornisce risultati senza censura.

Formalmente il motore di ricerca non abbandona la Cina, lasciando al governo di Pechino il compito di oscurare il sito. Ma di fatto, aver rinunciato all’impegno all’autocensura che – come chiunque voglia operare su internet in Cina – anche big G aveva adottato quattro anni fa, equivale alla decisione di lasciare. “Speriamo”, afferma David Drummond, vicepresidente e responsabile dell’ufficio legale di Google – che il governo rispetti la nostra decisione, anche se siamo ben consapevoli che da un momento all’altro potrebbe bloccare l’accesso ai nostri servizi”. A questo proposito Google ha addirittura creato un cruscotto dal quale è possibile vedere giorno per giorno  lo stato dei propri siti, quali siano in funzione e quali invece siano stati bloccati.

Leggi tutto

Noi stiamo sempre di più con gli eretici digitali per la libertà in rete

La siuazione della libertà di internet in Italia si va incubendo, noi nel caso stiamo preparando souvenir torinesi per difendere l’espressione in rete.
La parola agli eretici digitali Massimo Russo e Vittorio Zambardino.

Bisogna dirlo con chiarezza: con questi propositi l’Italia si candida a raggiungere il lotto degli Ahmadinejad e dei Castro in fatto di politica della rete. Come  ha detto Casini, le leggi sulla responsabilità personale già esistono e  in una democrazia liberale non verrebbe in mente a nessuno di mettere le mani – in modo preventivo – sulla libertà di espressione delle persone. Anche se non escludiamo che, nel delirio generalizzato di questi anni, possa capitare ad altri governanti democratici. Ma la strada è quella: si toglie alle persone uno strumento di espressione libera a priori, in nome di un “lato oscuro” della rete che viene enfatizzato, equivocato e di cui si ignora la grave responsabilità del potere nella sua nascita. Perché è vero che in altri paesi gli utenti internet sono più pacati. Ma è altrettanto vero che i loro  governanti (e alcuni oppositori) tedeschi o francesi non si sono mai promessi “palle a 300 lire l’una”, non hanno mai invitato  a buttare a mare o torturare gli immigrati, non hanno mai detto di voler strozzare con le loro mani gli autori di una fiction televisiva. La rete, in fondo, da questo punto di vista non è che un ventilatore che rispara in giro il fango che hai buttato dentro.

Leggi tutto

Ogni 100 libri cartacei venduti, 48 su Kindle

Massimo Russo segnala che Sul Nyt Magazine Jeff Bezos, fondatore di Amazon, dice due cose interessanti su Kindle: ogni 100 copie fisiche acquistate di un libro, se ne vendono 48 su Kindle; anche i piccoli editori possono accedere a Kindle. Ma in questo caso Amazon si trattiene il 65% (!) dei ricavi. I signori delle … Leggi tutto