Blog e classifiche: il fine e i mezzi

Scrive Andrea

Classifica Da quando esiste BlogBabel alcuni blog italiani sono cambiati. E sono cambiati in peggio, soprattutto in questi ultimi mesi, in cui si sono persi i parametri esterni e sopravvivono solo i link e il pagerank di Google (che tra l’altro ha appena ballato tanto da sballare tutto). La misura dei soli links è diabolica.
Sì, alcuni blog italiani sono cambiati in peggio, o comunque sono molto cambiati. C’è una folle rincorsa al link e i contenuti in molti blog che leggo (o che leggevo) sono vittima di questo meccanismo. Molti post nascono per essere linkati. E questa, permettetemi, è una vera anomalia. Un’anomalia che ha avuto il suo apice nella nascita di centinaia di meme il cui scopo era solo aumentare i link (possibilmente nuovi) per salire in più possibile in classifica.

I pensieri di Andrea fanno il paio con pensieri passati del bloggante

Le classifiche sono utilizzate dagli addetti ai lavori e dai meno addetti ai lavori per capire l’aria che tira per cui se le classifiche sono attendibili bene la blogosfera lo è, se non lo sono…


Il parlare di “economia del blog” è un approccio oramai necessario. Meglio decodificare: come usare il blog per “pagare almeno le bollette” o per essere più espliciti per fare soldi. I macromodelli sono tipicamente due: indiretto e diretto.

Nel primo modello, quello indiretto, la presenza delle classifiche è importante. Voler scalare le classifiche vuol dire “sentirsi vincenti” o come dicono quelli più avanti, influenti. Ma che ce ne si fa dell’influenza? Sicuramente rassicura il proprio ego, fa sentire importanti, sei contento di quello che fai, puoi sentirti utile alla blogosfera con cui condividi i valori, ma non solo.

Riuscire a dimostrare di essere influenti conta volgarmente anche in termini economici. Può voler dire inviti a eventi, consulenze, comparsate, essere utilizzati per campagne “di conoscenza” di prodotti e altro ancora.

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