Obama aiuta i giornali e dice basta ai blogger

Maurizio Molinari su Lastampa.it

Più controllo sulle notizie che circolano su Internet e aiuti economici per i giornali flagellati dalla crisi: il presidente americano Barack Obama affronta per la prima volta le difficoltà dell’editoria lasciando capire che immagina una raffica di innovazioni.

L’occasione gli è offerta dalle interviste incrociate con il «Pittsburgh Post-Gazette» e «The Blade» alla vigilia del summit del G20 che si terrà a partire da giovedì in Pennsylvania.

«Sono un appassionato di giornali» dice subito il presidente, confessando la dipendenza dal mondo della carta stampata, in evidente affanno a causa del calo delle vendite e della pubblicità. Da qui l’intenzione di dedicare tempo e iniziative per «affrontare la sfida» di consentire ai quotidiani tradizionali di continuare a offrire «integrità giornalistica, cronache basate sui fatti e indagini svolte con serietà» occupandosi del nodo di «chi paga per avere tutto questo». Per quanto riguarda il web, invece, la sfida più importante – secondo il presidente – «è il rispetto dell’etica da parte dei nuovi media».

Per Obama si tratta di due aspetti della stessa crisi del mondo dell’informazione: ciò che vuole scongiurare è il rischio che il declino dei giornali su carta porti all’affermarsi di una blogosfera «senza controlli» su che cosa viene scritto.

«Sono molto preoccupato per il tipo di informazione che circola nella blogosfera – spiega – dove si trova ogni sorta di informazioni e opinioni senza che vengano verificate, con il risultato di portare gli uni a gridare contro gli altri, rendendo più difficile la comprensione reciproca». Per «verifiche» Obama intende il «fact-checking» ovvero la consuetudine nelle redazioni tradizionali di verificare con cura quanto poi viene pubblicato.

Dietro il passo del presidente c’è quello che sta avvenendo su molti blog di Internet, che affrontano il dibattito sulla riforma sanitaria sollevando contro l’Amministrazione Obama accuse che la Casa Bianca ritiene «non aderenti alla realtà», come la volontà di celare dentro la nuova legge cavilli per consentire il finanziamento pubblico degli aborti o l’assegnazione di polizze sanitarie pubbliche agli immigrati illegali.

Rincara Vittorio Sabadin con il titolo: Soccorso al vecchio giornalismo

Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha deciso di applicare ai giornali americani in difficoltà lo stesso tipo di aiuti che hanno salvato le banche, con modalità che saranno illustrate nei prossimi giorni. Gli editori, alle prese con una crisi senza precedenti per gravità, non vedevano l’ora che qualcuno li aiutasse. Ma non è per amore dei giornali, che pure ha definito «indispensabili alla buona salute della nostra democrazia», che Obama ha deciso di intervenire. Il fatto è che il presidente americano non ne può più dei blog «pieni solo di opinioni, privi di controllo sui fatti, gestiti da persone che gridano una contro l’altra senza un minimo di comprensione reciproca».
Se la riforma della sanità si è incagliata e non fa passi avanti, pensano alla Casa Bianca, la colpa è dei «blogger» che hanno riempito il web di falsità alle quali alla fine la gente crede. Vedendo all’orizzonte un nuovo mondo nel quale anche la politica sarà giudicata e indirizzata da una blogosfera incontrollata, Obama ha deciso di investire nel vecchio buon giornalismo su carta, che nonostante i suoi difetti garantisce ancora un po’ di serietà. L’illusione che il web avrebbe reso completamente democratico il mondo dei media, marginalizzando i professionisti e garantendo a tutti la possibilità di esprimersi, si è dunque scontrata con la dura realtà.
La maggior parte dei «blogger» non è interessata alla verità, alla verifica delle informazioni che riporta online, al rispetto delle opinioni altrui. E’ animata invece da un furore ideologico nel quale prevalgono, come dice Obama, le approssimazioni e la mancanza di responsabilità, condite con raffiche di insulti contro chiunque non sia d’accordo.
Può darsi che si tratti solo di un problema di gioventù e che la blogosfera riesca prima o poi ad autoregolarsi, come già avviene in molti casi, ma è certo che per ora l’attacco al giornalismo dei professionisti è fallito. Non è vero che il contributo di una moltitudine di voci abbia garantito una migliore comprensione degli eventi: anzi, si è dimostrato vero il contrario.
E’ vero invece che più aumenta il numero di informazioni incontrollate disponibili e più si sente il bisogno di qualcuno che le ordini e che dia loro un senso e una gerarchia, come hanno fatto per secoli e continuano a fare i giornalisti e i giornali.
Resta il problema di dove trovare le risorse per continuare a garantire la qualità dell’informazione, pesantemente minacciata in tutto il mondo da tagli e ristrutturazioni. E tutti sperano che Obama si sia fatto venire qualche buona idea.

17 commenti su “Obama aiuta i giornali e dice basta ai blogger”

  1. Ma ancora si lamentano i giornali e i giornalisti? In tutti questi anni dov’erano? E’ mancata totalmente la coscienza critica in Italia e buona parte della colpa è anche loro. Siccome hanno una paura fottuta (scusate il francesismo) dell’informazione online stanno iniziando a sparare a caso e sopratutto a dire cose davvero senza fondamento. Dovrebbero ringraziare i vari blogger e le piattaforme partecipative se in Italia si è creato qualche spunto di discussione pubblica, se stavamo ad aspettare loro stavamo freschi.

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  2. Caro Dario
    In effetti non avevo fatto rettifica ma citato la fonte originale. Resta il fatto che penso sia chiaro il mio pensiero sulla follia di due pagine del giornale cartaceo dedicate ad amplificare questa storia demenziale.
    Addendum: nel caso ti fosse sfuggita la cosa io sono stato “allontanato” da due mesi da lastampa.it
    http://www.pasteris.it/blog/2009/07/20/genova-dicevo-e-unidea-come-unaltra/
    E fra poco saranno pubbliche le ragioni del mio esilio e penso ci sarà molto da discutere sul futuro dell’informazione

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  3. Il fatto che La Stampa abbia ripreso con sfarzo l'uscita di Obama dimostra il fatto che il suo giornale e' alla frutta e che non ha capito nulla del futuro dei media. Aspettiamo che entro il 2011 chiudiate la vostra avventura editoriale. Nel frattempo i siti di informazione nati in rete continueranno il loro successo. L'avere dimostrato la vostra incompetenza e la vostra faziosità è sintomo della vostra debolezza

  4. @Vittorio: Ciao Vittorio, mi sembrava strano infatti: la fonte la citi tu ma non l’articolo di la stampa (alla quale i link fanno prudere le mani come altri giornali italiani). Non sapevo del tuo allontanamento, mi era sfuggito e me ne spiace molto, soprattutto perchè ho proprio voglia di sentire le motivazioni. Spero di vederti presto in giro.

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  5. Terribile l'affondo di Sabadin.
    Ho scritto un post di getto…spero almeno mi censurino il blog, tanto peggio di così La Stampa non poteva fare :)
    Ciao Vittorio
    Irene

  6. Le affermazioni di Obama sono state deformate e moltiplicate dal suo giornale. E' un modo di fare informazione che mi sembra vergognoso mettere in bocca al presidente americano cose non vere. Basti pensare che le citate dichiarazioni di Obama hanno avuto modestissimi riflessi mediatici negli usa.

    • Disclaimer: mi permetto di notare che "il mio giornale" mi ha allontanato dalla redazione on-line dal 20 luglio per ragioni che fra poche ore diverranno pubbliche … solo per capirsi

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