Scenari editoriali mutanti

Simona Lodi da Toshare

Bruce Sterling ha iniziato a parlare della collisione tra mondo della carta stampata e mondo digitale, uno scontro molto forte, dai risultati ancora imprevedibili. Vent’anni fa si dava per scontato che la carta stampata sarebbe scomparsa e che giornali e libri sarebbero diventati digitali.

Questa previsione non si è avverata totalmente, ma oggi i giornali cartacei stanno scomparendo e gli scrittori si stanno sempre più confrontando con la distribuzione in rete di contenuti e notizie. E’ in corso una transizione verso una terra di nessuno, non solo cartacea, ma nemmeno totalmente digitale.

Il ruolo degli autori migra verso rappresentazione che oggi non ha un contorno preciso, perché non c’è un pubblico unico e non c’è un modello di business in rete che può sostituire quello della carta stampata. E se anche in Italia questo cambiamento sarà meno impattante, anche qui i giornali si stanno spegnendo, con la conseguenza che gli scrittori non hanno più  luoghi di prova né un terreno fertile per la loro notorietà. Inoltre, secondo Sterling, anche i mezzi di produzione e distribuzione stanno subendo un cambiamento.

Per esempio, le librerie non sono  più l’unico mezzo di distribuzione e quindi un certo tipo di società letteraria così come la conoscevamo prima, non ci sarà più: c’è la rete, che è già il luogo dove si forma la reputazione di uno scrittore o di un giornalista. C’è stata Una rivoluzione  e ce ne saranno altre, perché il mondo digitale è fragile, tende a nascere, avere una crescita rapidissima e scomparire drasticamente. Per esempio stanno sparendo i siti web, perché la gente migra versi i social network e i forum, le mailing list non servono più, Facebook sta chiudendo e YouTube non ha un modello di business.

Analisi condivisa da Tommaso Pincio: in questo momento in cui si stanno creando forme nuove di letteratura, nuovi modelli, perchè cambia la modalità di confrontarci con la parola scritta. Pincio rileva la tendenza negli scrittori di abbandonare  l’uso delle frasi subordinate e di usare un linguaggio che si alimenta da un accesso alla realtà che è solo mediatico. Cambia il rapporto con il reale, si usa un vocabolario ibrido e quindi cambia il modo di raccontare le storie.

Per esempio non si conoscono i vicini di casa , ma sappiamo tutto di certe persone da noi lontanissime, quelle che occupano lo spazio dei media; la parola ciarpame deve la sua popolarità recente perché connessa alla cronaca italiana,  e così acquista spazio anche nel vocabolario delle persone.
Anche l’ortografia cambia con la rapidità con cui cambia il linguaggio, soprattutto mediato dal computer o dal telefonino: la è si scrive con l’apostrofo e’ , perché non c’è quel carattere sulla tastiera. E questa forma sta diventando uno standard anche nei quotidiani.