Via Luca De Biase
Vittorio Pasteris. Vittorio Zambardino. Paolo Valdemarin. E molte citazioni sul dialogo molto interessante dei due Vittori. E’ vero che la crisi del giornalismo è enorme. Ed è vero che internet offre l’opportunità di ridefinirne i termini, aprendo strade nuove. Delle quali il mondo conservatore dei vecchi media ha sostanzialmente paura.
Vorrei aggiungere anche che molti, singoli, illuminati esponenti del mondo dei media tradizionali hanno ormai capito. E subiscono in mancanza di una chiara idea di come venirne fuori. Saranno le iniziative degli outsider a cambiare il corso della vicenda? O saranno gli illuminati che scopriranno come fare? Per ora vedo un vincolo per tutti. Un vincolo che banalmente parte dal bilancio: gli editori vogliono da internet alti rendimenti e bassi costi perché da internet ottengono, sostanzialmente e con poche eccezioni, piccoli fatturati.
Questa scarsità di risorse, unita alla difficoltà di definire nuovi e più adatti modelli di business, favorisce una concentrazione sulla pubblicità (che di per se non incentiva la qualità giornalistica) e sulla spasmodica attenzione ai costi (che di per se non incentiva la qualità giornalistica). Tutto quello che di buono comunque viene fuori, dunque, deriva dalla buona volontà e dalle buone idee dei giornalisti e dei manager coinvolti. Il sistema non è ancora progettato per sostenere la qualità. Secondo me ci si arriverà. Ma ci vuole coraggio. (Intanto, il contesto italiano non aiuta molto. Anche se ha palesemente molto bisogno di giornalismo di qualità).