Apple tradita dall’Iphone

Glauco Maggi su Lastampa.it

Era in commercio da soli due giorni dopo il lancio dell’11 luglio, ma l’iPhone G3 della Apple era già bombardato di lamentele dai suoi clienti più fedeli, quelli che avevano affrontato code di ore per assicurarselo. Linee cadute con frustrante frequenza e coperture lacunose hanno presto mandato in frantumi il sogno di disporre del cellulare «perfetto».  Mentre la sigla G3 annunciava l’ingresso nella terza generazione, terra promessa della tecnologia della comunicazione, la sensazione di tanti è stata di ritrovarsi in mano un aggeggio «che non funziona».

Spulciando le email che hanno ingolfato a migliaia, nell’ultimo mese, i siti dei commenti, si scopre lo sconcerto della prima ora: «Sono in un’area che è data come di forte copertura G3 ma ho solo una barra», ha scritto il 13 luglio un utente. «E se mi sposto in auto attorno a Sacramento (capitale della California; ndr), la copertura muta continuamente, da una barra a tutte: non so se funziona o no». Poi la marea delle proteste è debordata da Internet alla carta stampata, dove gli esperti di telecom del New York Times, del Wall Street Journal e di Usa Today le hanno registrate. La debolezza del segnale 3G in zone ritenute attrezzate a riceverlo si è imposta come il difetto più grave, soprattutto dove altri telefoni abilitati a usare la stessa tecnologia avanzata del network At&T, partner esclusivo Usa per l’iPhone, non mostrano difficoltà di ricezione.

Anna Masera su Lastampa.it

Che fine ha fatto lo slogan «Think different», che negli anni del boom del personal computer ha fatto sognare i creativi di mezzo mondo e ha contribuito al mito Apple, che si è sempre vantata di essere «differente»? C’era una volta il conflitto tra vecchia e nuova informatica, sintetizzabile nella battaglia fra Microsoft e Apple.

Era Microsoft che puntava a produrre una piattaforma universale con cui far girare qualsiasi gadget digitale e possedere il mercato, accumulando profitti straordinari. Apple si limitava a produrre cose belle, perchè – sosteneva il suo fondatore Steve Jobs – è la domanda a scegliere, non l’offerta.  Ma nel frattempo l’informatica si è sposata con l’elettronica di consumo diventando di massa e oggi i telefonini multimediali fanno fare più profitti dei pc – pardon – dei Mac. Oggi la Apple sembra scimmiottare Microsoft e l’azienda sulla bocca di tutti per gli iPhone non è più «different»: ha addirittura rimosso il mitico slogan dal suo sito.

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