Il duello è Obama-Palin

Maurizio Molinari su Lastampa.it


Paragonandosi a un «pit bull con il rossetto» nel discorso che restituisce carica ai conservatori Sarah Palin rovescia la campagna: sebbene il candidato dei repubblicani sia John McCain l’esito finale sarà deciso dal duello fra lei e Barack Obama, fra una donna bianca dell’Alaska e un afroamericano delle Hawaii.

Tanto McCain che Joe Biden, vice di Obama, hanno le radici nei rispettivi partiti e sono volti noti dell’establishment di Washington da oltre trent’anni mentre Obama e Palin sono outsider che vengono dall’estrema frontiera del Pacifico, senza un passato nelle nomenklature e incarnano categorie – donne e afroamericani – mai entrate alla Casa Bianca. Soprattutto, tanto Sarah che Barack riescono a far sognare una nazione stanca della politica tradizionale, afflitta dalla «Bush fatigue». Il sogno nasce dalla rivoluzionaria normalità dei candidati: la famiglia tutta afroamericana di Obama sul palco di Denver e quella di Palin a St Paul con un bimbo down, una figlia incinta non sposata e un marito inuit. Ma le similitudini fra la governatrice che va a caccia di alci, ama l’hockey, antiabortista e con un figlio in partenza per l’Iraq e il senatore che vuole limitare il porto d’armi, giocatore di basket, pro-aborto e fautore del ritiro da Baghdad finiscono qui.