Bollettino dello disastro finanziario del 1 febbraio

Eugenio Scalfari su Repubblica

1. Il Pil degli Stati Uniti registra un arretramento del 3,8 sull’anno precedente. Potrebbe anche andar peggio, certo non andrà meglio.
2. La crisi bancaria è tutt’altro che sopita: è una brace che potrebbe ancora stimolare fiammate incendiarie con effetti devastanti sul sistema bancario mondiale.
3. La recessione dell’economia giapponese sta superando il livello di guardia. Il rallentamento di quella cinese non è meno preoccupante e impone un cambio di strategia radicale: dal sostegno alle esportazioni al sostegno dei consumi e delle retribuzioni sul mercato interno.
4. Il protezionismo guadagna terreno nelle politiche nazionali, sia in Usa sia in Oriente. Ne risente anche il mercato europeo.
5. L’industria automobilistica registra in tutto l’Occidente una crisi senza precedenti. Gli aiuti dei governi procedono in ordine sparso dando luogo inevitabilmente ad una sorta di protezionismo indiretto non meno devastante del protezionismo esplicito.
6. I titoli cosiddetti tossici, cioè privi di valore oggettivo, pesano sulla finanza globale. Gli ottimisti valutano il rischio ad una cifra che sfiora i mille miliardi di dollari, i pessimisti la moltiplicano di due volte e mezzo. Per affrontare un rischio di così enormi dimensioni si prospettano due soluzioni: una “bad company” a carico dei contribuenti ed una “società segregata” a carico dei possessori di quei titoli-spazzatura. In entrambi i casi una massa enorme di persone vedrà ulteriormente devastati i suoi redditi e i suoi patrimoni.