Il pasticciaccio del caso Zunino

Via Dagospia

Con circa quattro miliardi di euro incagliati nel gruppo Zunino, ai piani alti delle principali banche italiane ci sarebbe poco da ridere. Ma basta parlare con qualche pezzo grosso di Intesa-Sanpaolo (la più esposta con il costruttore piemontese), o di Unicredit e Monte Paschi, per scoprire che anche in questa (ennesima) tragedia bancaria c’è spazio per il buon umore.

A suscitare l’allegria è la magnifica storiella che Mf racconta da due giorni ai suoi lettori, secondo la quale sarebbe stata la moglie di Zunino a scegliere come consulente Salvatore Mancuso, il famoso risanatore messinese che per la Procura di Milano sarebbe invece “l’amministratore di fatto” di questo nuovo Buco con le banche intorno.

Che Mancuso sia l’inviato delle banche in casa Zunino, a Milano lo sanno anche i sassi della Ca’ de Sass, e del resto non c’è proprio nulla di male. A cominciare da Intesa, dove regnano i suoi amici (e soci) Corrado Passera e Gaetano Miccichè, è assolutamente comprensibile che gli istituti che hanno pompato così tanti soldi nelle avventure di Zunino abbiano un loro uomo in Risanamento. Se poi Mancuso abbia tramato per salvare i suoi danti causa e danneggiare gli altri creditori, lo stabilirà il pool guidato da Francesco Greco.

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La verità è che ci sono due problemi oggettivi, e non soggettivi, nella mega-magagna Zunino.

Se si fa fallire Risanamento, con almeno 2,9 miliardi di impatto negativo sulle banche creditrici, emergeranno seri problemi nei bilanci e nella stabilità di Intesa, Unicredit, Montepaschi e Banco Popolare (con effetti subito visibili nei coefficienti Tier1 e Tier2). E a quel punto anche il governatore Mario Draghi dovrà dire, e soprattutto fare, qualcosa.

Ma se le banche continueranno a pompare soldi nelle esangui vene zuniniane per evitare il fallimento, non si potrà tacere oltre lo scandalo di un imprenditore che in tempi di stretta creditizia ha già avuto 35 euro di prestito per ognuna di capitale proprio. Come lo si spiega alle migliaia di imprenditori molto più sani che ogni giorno si vedono sbattere la porta in faccia dai Signori del Credito? Li difenderà Emma Marcegaglia, socia in Equinox Due? Li difenderà Tremonti, poi costretto a emettere nuovi Tre-Bond per puntellare la solidità delle banche?

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