Un nuovo pasticcio per il Grinzane

Via La Stampa.it

Nella giornata trionfale del Salone del libro si materializza ancora il fantasma del Grinzane Cavour. C’è stata la seconda asta dei beni dell’associazione, che per la seconda volta sono andati alla Fondazione Lattes; ma il grande rivale, Gianni Aringoli, patron del premio Capalbio, minaccia ricorsi, dopo aver mancato in modo clamoroso e anche un po’ rocambolesco l’appuntamento con il liquidatore. Il Salone ha avuto il tempo di presentare l’edizione 2010 (Paese ospite l’India) oltre ai risultati clamorosi di una ricerca sul suo ritorno economico, e subito il pendolo della giornata si è spostato dal notaio Giovanna Ioli. Si doveva assegnare al miglior offerente ciò che è rimasto del Grinzane: la biblioteca, l’archivio, un immobile ma non i marchi, perché requisiti dal tribunale che giudica i fratelli Soria, e l’esito pareva scontato.

In mattinata la presidente della Regione, Mercedes Bresso, aveva persino fatto pubblicamente gli auguri a Caterina Lattes, considerandola già vincitrice. E il Salone del libro aveva a sua volta predisposto una rete di sicurezza, pronta a intervenire aggiungendo fino a 100 mila euro se la signora Lattes fosse stata costretta ad alzare la posta. Non ce n’è stato bisogno – commenta ora Rolando Picchioni -. Manterremo il Premio Salone Internazionale, ma per gli altri progetti aspettiamo. Quando si conoscerà il nuovo proprietario del Grinzane, e anche dei marchi, il nostro ruolo sarà il solito: fare la stazione di servizio, mettere a disposizione il know how». In ogni caso, aggiunge, questa aggiudicazione è un passo avanti.

Tutto finito? Niente affatto, proclama Aringoli. Era riuscito a far riaprire l’asta, due settimane fa, con un ricorso al tribunale, peraltro respinto, e una nuova offerta di 330 mila euro. Ieri doveva, termine ultimo, presentarsi con 30 mila euro a titolo di cauzione. Entro le 17. E’ arrivato alle 18,30 a verbale chiuso. Era stato trattenuto a Roma da un impegno al mattino, ha spiegato, ma soprattutto aveva poi perso il primo aereo del pomeriggio, una bella sfortuna. Ha aggiunto di aver però mandato un fax al liquidatore, e cioè al commercialista Enrico Stasi, per annunciare il ritardo, e che dunque quanto è avvenuto era da considerarsi «scandaloso».

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