Ordine dei Giornalisti 2010: qualche riflessione pre elettorale

Abbiamo cercato di fare un po’ di trasparenza per capire e far capire chi siano i potenziali candidati per le Elezioni dell Ordine dei Giornalisti Piemontesi. Domani ci saranno le votazioni. Che serve per salvare il giornalismo piemontese ? Qualche spunto di riflessione per capire.

  • I giornalisti sono sempre più un mondo diverso e sfaccettato che solo nel confronto, e ben venga nello scontro, possono trovare un futuro. Cercare soluzioni unitarie è solo un tentativo per fare plebisciti che difendano i soliti noti.
  • Sono le elezioni di un Ordine professionale non di un sindacato: ci vuole onestà umana e intellettuale per salvare una professione vilipesa dai suoi stessi iscritti e per salvare l’informazione in Italia. Si tratta di comprendere e fare propria l’appartenenza ad un un ordine professionale non di avere un tesserino da giornalista.

  • L’ergersi a casta è immorale. L’autorefrenzialità è autodistruttiva. Di questo passo i giornalisti si faranno e leggeranno la loro infornazione. I cittadini saranno altrove.
  • Servono dei consiglieri che abbiano: cura, pulizia, deontologia, onestà, dignità, chiarezza, dialogo con i cittadini, trasparenza, apertura intellettuale. Che non siano mercanti del tempio o difensori strenui o occulti di testate o gruppi editoriali.
  • Fare il giornalista era un mestiere da ricchi. Ora i ricchi sono pochi e cercano di arroccarsi sulle loro posizioni, mentre i poveri sono masse sempre più incavolate. La marea di praticanti e sfruttati deve ribellarsi al controllo dei pochi e soprattutto dei pochi dei pochi cooptati alla casta. La marea dei senza diritti non si riconosce nell’ordine casta ma riconosce la necessità di una buona informazione e di una deontologia di chi fa informazione.
  • Occorre fare rispettare le leggi e sanzionare le infrazioni secondo leggi e non secondo potentati. Ci vuole coraggio per fornire nomi di editori e giornalisti che compioni infrazioni o sfruttano altri giornalisti. I giornalisti raccontano i misfatti di tutti, meno che della loro categoria.
  • Per una partecipazione più diffusa serve un’attivita culturale seria ed incentrata sui problemi veri della professione, sull’aggiornamento di chi è rimasto indietro  e sul rapporto vero con i cittadini.

Forse saranno delle donne a salvare il giornalismo piemontese, dopo che hanno dimostrato di essere quelle che fanno di più per dargli qualcosa di importasnte e diverso dal passato :-)

Per quest’anno si è stati fuori dalla sarabanda elettorale. E’ stata una scelta necessaria e dovuta.
Fra qualche settimana si inizia a risolvere qualche problema personale generato per buona parte dall’assenza strategica di chi doveva agire . A breve si parlerà ampiamente di quanto accaduto. Si analizzeranno fatti e responsabilità e si seguirà il decorso dei fatti nelle sedi competenti. Ma questa è un’altra storia.

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