Stagisti gratuiti ad uso ministero dello sviluppo economico

Via L’Unità

C’è un sito che ospita, a cura di Marco Patruno, un assillante campagna denunciando lo scandalo di migliaia di giovani che, per trovare in qualche modo la strada dell’impiego, accettano  quello che si chiama “stage”. Un tirocinio, insomma,  che dovrebbe preludere ad un lavoro stabile. Spesso, però, non si ottiene alcuna formazione, si è sottopagati, si compie lo stesso lavoro di un normale impiegato e alla fine si è rispediti a casa.
C’è addirittura chi organizza stages gratuiti, senza nemmeno il rimborso delle spese. A dare l’esempio è il governo. Patruno denuncia l’organizzazione di stage siffatti presso il ministero dello sviluppo economico,  a Roma. E’ offerto a giovani laureati con laurea di 100 su 110. Lavoreranno del tutto gratuitamente. Dovranno caricarsi anche il peso dei trasporti, del pasto, dell’affitto.


E’ quasi una direttiva visto che viene dai vertici dello Stato: non pagare i neo-collaboratori. Un invito per quegli imprenditori (Patruno cita lo stagista che presso la Commissione Europea prende 1500 euro) che almeno pagano le spese agli stagisti. Così Patruno rivendica una legge capace di imporre “uno stipendio” per gli stagisti. Una presa di posizione che solleva proteste da parte di imprenditori che scrivono al sito. Segnalano che numerosi stagisti di cui avevano usufruito dimostravano  una diffusa impreparazione. Scrivono di aver incrociato “persone laureate o diplomate che non sarebbero adatti nemmeno a lavorare in catena di montaggio”. Molti di loro, aggiungono, aspirerebbero a “un lavoro perfetto” ma in realtà “non si meriterebbero nemmeno di vendere accendini ai semafori per quanto sono incapaci”. E ancora “Ho dovuto spiegare a neodiplomati come si invia un fax e come si scarica la posta elettronica”.