Siamo vicini al dies irae nel giornalismo italiano

Il solito prezioso Franco Abruzzo, che nel suo sito riporta notizie da ogni fonte che riguardano il giornalismo italiano, rilancia le informazioni relative a uno scontro senza precedenti fra Ordine dei Giornalisti e FNSI.

I temi del contendere sono diversi: divergenze di opinioni sul nuovo contratto,  problemi relativi a una definizione dei percorsi professionali, richieste di numero chiuso o programmato, la difesa dei diritti dei liberi professionisiti, scontri interpersonali e altro.

Il dies irae del giornalismo italiano si sta avvicinando. I problemi sono tali e tanti che forse solo una soluzione drastica potrebbe risolverli. Cerchiamo di elencarli per cercare di aprire un dibattto. Se la situazione venisse seriamente interpretata per quello che  è si potrebbero trovare delle soluzioni cercando attraverso un comitato di salute pubblica di pensare un futuro serio e possibile.

– Il sistema dell’informazione italiano (ODG e FNSI) è stato gestito per anni come una torre eburnea in cui gli addetti ai lavori hanno pensato di essere fuori dal mondo o in un altro mondo. In cui i cittadini stavano da una parte e i giornalisti da un’altra. Come se l’ordine dei medici si dimenticasse che esistono i pazienti.

– Il sistema dell’informazione italiano deve accettare di discutere i suoi problemi fuori dalle sue sacre stanze, parlandone con suoi stakeholder destinati ovvero con i cittadini. Qualcuno si è chiesto di interrogare gli italii su cosa pensano della situazione dell’informazione nel nostro paese ?

– Gli innegabili segni dei tempi che avrebbero motivato a un cambiamento di regole e atteggiamenti sono stati da sempre sottovalutati da chi doveva farli propri. Ora la crisi del settore è esplosa con tutta la sua virulenza e si sta correndo ai ripari cercando di salvare il salvabile, ma forse è tardi. Senza pensare che la fretta e la paura non sono mai cattive consigliere.

– Il sistema dell’informazione italiano continua a pensare conservativamente senza accettare e cavalcare i nuovi media che sono l’unico percorso possibile per superare la crisi. Certo che lo sposare il nuovo che avanza vuol dire cambiare molte cose. Ma è l’unica ancora di salvezza. Sognare che tablet e Iphone risolvano le cose come una pietra filosofale e che Google sia il mostro da sconfiggere sono paranoie che varrebbe la pena di superare.

– L’atteggiamento del sistema del’informazione italiano nei confronti dell’informazione digitale è stato per anni anacronistico, quasi un terrore inconsciamente rimosso. Ancora oggi si sente parlare in giro di progetti on-line come sperimentali. Siamo nel 2010 ma molti fanno finta di non accorgersene. Se potessero inventarsi degli incentivi per la rottamazione cercherebbero di utlizzarli anche per i media tradizionali.  L’unica risorsa possibile è il rinnovare e l’innovare da parte da chi ne capisce seriamente

– Occorrerebbe un rinnovamento anche solo parziale di coloro i quali gestiscono il sistema dell’informazione italiano con una immediata espulsione dallo stesso di quanti oramai in maniera conclamata lavorano solo per salvare la seggiola o peggio gestiscono i loro miseri interessi.

– Il sistema dell’editoria è uno dei mondi del lavoro in cui la sopraffazione e l’illegalità regnano sovrane da anni. E ‘ evidente a tutti che senza questa diffusa inosservanza delle leggi dello stato italiano lo stesso sistema non potrebbe stare in piedi economicamente salvo che per i, pochi, gruppi editoriali che lo interpretano correttamente.

– Una volta i precari e i sopraffati dell’informazione stavano a subire per poter poi al fine portare a casa un qualche risultato. La non accettazione dell’illegalità si configurava come un non eccettazionee delle regole non scritte della tribù e portava come conseguenza a un accantonamento. O stai al gioco o vai a quel paese. Ora visto che non ci sono che rivoli per arrivare a un posto di lavoro tutelato, fioccheranno le cause di quanti sceglieranno la via della giustizia a quella dell’accettazione della sopraffazione. I peones sceglieranno la resistenza rispetto alla tolleranza e ai patimenti anonimi. Se poi non sono proprio peones, se ne possono vedere di belle…

2 commenti su “Siamo vicini al dies irae nel giornalismo italiano”

  1. e alla fine arrivo anche per loro il giudizio Universale,tanto da renderli pari agli altri e magari inferiori(tiè)
    “il giorno del giudizio, l’ultima tromba che raccoglie le anime davanti
    al trono di Dio, dove i buoni saranno salvati e i cattivi condannati al fuoco eterno,ed ESSI lo furono”
    (ari-tiè)

  2. Dimenticato un p.s. Per il commento : Io preferisco essere sarcastica in commento(visto che tanti di loro/voi- odiano/te il sarcasmo e non vi si assoggettano volentieri,reputandosi/vi dei semi-dei) “

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