La Finanza visita gli uffici del Salone del Libro

Via Lo Spiffero

Visita della Guardia di Finanza in via Santa Teresa, negli uffici della Fondazione che amministra il Salone del Libro di Torino. La verifica, sollecitata dai colleghi di Milano, a seguito di un controllo sulla partecipazione di un docente universitario a un convegno durante l’edizione del 2005, potrebbe avere presto un seguito. I militari sono infatti usciti carichi di documenti e l’ispezione, secondo alcune fonti, non sarebbe affatto conclusa.

È da tempo che sulla gestione della Fiera del Libro, da lunghi anni saldamente nelle mani dell’onorevole Rolando Picchioni, si addensano nubi circa la salute delle casse e la trasparenza dei conti. Per ora nessuna accusa viene rivolta al patron, ma da mesi si vocifera nei corridoi degli uffici regionali e di ribalzo nel quartier generale di Librolandia, di bilanci aggiustati alla bell’e meglio, grazie ad artifici degni del miglior commercialista creativo. E, guarda caso, il consulente in questione risponde al nome di Massimo Feira, neo presidente di FinPiemonte e titolare di uno studio con una vecchia conoscenza di Picchioni, l’ex parlamentare Dc Riccardo Sartoris.

Per ora tutti tengono le bocche cucite ed è totale il riserbo sugli sviluppi che potrebbe avere l’ispezione compiuta oggi dalle fiamme gialle. Al momento non si sa se esista un procedimento giudiziario in corso e se quindi l’invio degli agenti, oltre alla routine dell’accertamento richiesto dal comando meneghino, possa avere una coda disposta da un’indagine della magistratura. Comunque sia, le preoccupazioni e i dubbi sulla situazione economica non nascono oggi con l’irruzione dei finanzieri.

Da anni Picchioni, puntualmente alla fine della kermesse del Lingotto, lamenta la scarsità di risorse a sua disposizione. Dando inizio così allo stucchevole balletto sulla riduzione di spazi, sul presunto corteggiamento del capoluogo lombardo e ogni volta il presidente, abile conoscitore delle manfrine democristiane, ottiene quello che chiede: più risorse e ampi margini di potere incontrastato. Le Giunte passano e lui resta lì.

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