Un diverso punto di vista sul mercato automobilistico italiano

Via Dagospia

Un milione e mezzo di auto prodotte in Francia nei primi nove mesi del 2010. In Germania 4,1 milioni circa, oltre 930mila in Gran Bretagna e 1,4 milioni in Spagna. Solo 444mila in Italia. Parliamo di fior di Paesi europei che, in un anno certo non di grande boom, hanno prodotto in casa loro una enorme quantita’ di auto, con leggi civili e costi europei. E per carita’ di Patria non citiamo Polonia e Repubblica Ceca, che qualcuno potrebbe non ritenere paragonabili in tutto e per tutto all’Italia.

Questi dati desolanti pubblicati oggi da Repubblica , e con la precisazione ad esempio che in Germania l’operaio guadagna 500 euro al mese più’ del collega italiano, sono un macigno sulle tante balle spacciate da anni dalla Fiat e dai suoi giornali e politici amici. Il problema dunque non e’ la globalizzazione, ne’ la Fiom Cgil che pure qualche suo problemino culturale lo ha. Il problema sono la Fiat, il suo management e la famiglia che ne mantiene il controllo con l’aiuto di molti soldi altrui.

Ieri era uscito un altro dato: Audi investira’ in quattro anni oltre 11 miliardi, dei quali circa meta’ in Germania. Marchionne, ma di cosa stiamo parlando? Qui ci sono sul tavolo 11 miliardi di investimenti della sola Audi, non certo un produttore di auto di massa per il popolo. La grande abilita’ della Fiat e’ stata in questi anni far credere a tutti che c’era un problema di mercato mondiale di cui era vittima la Fiat, ma che, soprattutto, le auto non si vendono perche’ per motivi di contesto esterno si produce poco e male in Italia. E’ vero l’esatto contrario: si progettano e si vendono male le auto fiat sicche’ la produzione in Italia cala a livelli ridicoli.

Ma gli esperti di auto e di marketing, oltre che i normali consumatori, pensano davvero che le auto Fiat si vendono poco perche’ costano troppo care? Per colpa dei privilegi del ricco e satollo operaio Fiat? Appare triste in questo quadro la soddisfazione del grande vecchio di casa Agnelli. Parliamo di quel Gabetti che assolto per ora dal Tribunale di Torino, insieme a Grande Stevens Avvocato Franzo, ma condannati entrambi da Consob, ha sempre rivendicato di aver fatto la cosa giusta nel garantire agli Agnelli il controllo di Fiat. Ad ogni costo.