Fiat non solo non investe nell’auto elettrica ma cerca di ostacolare iniziative pubbliche di mobilità sostenibile

Via Repubblica Torino

Enzo Lavolta, alla vigilia della settimana dedicata alla mobilità sostenibile ragiona sulle “resistenze” prodotte da Fiat nella città. Ultimo esempio? Il car sharing elettrico.  Negli ultimi sei mesi hanno bussato alle porte di Palazzo Civico due produttori, Renault e MercedesBenz, per proporre un servizio di auto elettriche a nolo sulla città. Il tutto chiavi in mano. La casa automobilistica francese ha appena fornito i mezzi elettrici a Napoli, dove in questi giorni è partito sotto forma di test il car sharing elettrico. E mostra interesse verso quello che si sta facendo a Brescia, Firenze, Milano e in Emilia Romagna. I tedeschi hanno messo in piedi un sistema, Car2go, che è già funzionante in diverse città: Amsterdam, Ulma, Amburgo, Austin nel Texas.

Opportunità che il Comune di Torino potrebbe cogliere per realizzare un primo servizio di noleggio auto “pulito” da un punto di vista ambientale, integrandolo con quello che già esiste, e conveniente dal lato economico. Qui entrano in gioco le “resistenze” di Fiat che vorrebbe mantenere un controllo diretto e indiretto sulla città: di fronte alla possibilità di auto marchiate Renault o Mercedes storce il naso. Insomma, meglio di no per via Nizza. In cambio mette sul piatto le 500 elettriche, prodotte in Michigan, tecnologia su cui Fiat è indietro rispetto alle altre case e soprattutto non ha un sistema “chiavi in mano”.

Il Comune, di fronte alle obiezioni del Lingotto, va con i piedi di piombo. E lascia in standby le opportunità presentate dalle altre marche. “Le città che ospitano le sedi delle principali case automobilistiche  –  sostiene Lavolta  –  trovano in queste un partner per lo studio e la realizzazione di sistemi di mobilità intelligente. Per tutti la mobilità sostenibile è un impegno e un fiore all’occhiello, che fa crescere anche il sistema dell’indotto. A Torino tra l’altro si concentrano grandi capacità competitive. Le auto che vengono utilizzate a Parigi sono prodotte dalla Cecomp di La Loggia. Volkswagen per cercare innovazione non è andata in America, India e Cina, ma è venuta ad incontrare 30 aziende piemontesi. La Fiat su questo particolare filone però non investe”. Soprattutto per quanto riguarda il settore trasporto persone. L’eccezione è il commerciale: all’Iveco non mancano esempi di mezzi ecosostenibili da utilizzare. “Dov’è possibile siamo pronti a sviluppare collaborazioni  –  sottolinea l’assessore all’Ambiente  –  ma dove non è possibile non possiamo non cogliere le opportunità che vengono da fuori”. E aggiunge: “In assenza di risposte da Fiat si deve andare avanti comunque, superando quelle che possono essere resistenze culturali e di classe dirigente di questa città che quando si parla del Lingotto è cauta e difensiva”. E le opportunità, secondo l’assessore all’Ambiente, non mancano nemmeno a Torino: “La Pininfarina può partire con la produzione per trasformare vecchi autobus Euro 2 in elettrici. Un progetto finanziato con 2 milioni di soldi pubblici e che potrebbe creare da subito 50 posti di lavoro. Non sarebbe il caso di capitalizzare questo investimento?”.