Torino, il giorno dopo il referendum

Stefano Parola su Repubblica.it

La Politica e una parte del sindacato esultano alla vittoria del sì al referendum di Mirafiori. E mandano un messaggio a Sergio Marchionne: dopo il “sì” della fabbrica ora tocca a lui rendere reali le promesse. Primo fra tutti, il presidente del Piemonte Roberto Cota: “Adesso – dice – bisogna vigilare su investimenti e aumenti di posti di lavoro”. E aggiunge: “È un segnale incoraggiante in un contesto in cui è necessario remare tutti nella stessa direzione. Incontrerò Marchionne, come ho già fatto diverse volte nell’ambito dei rapporti istituzionali. È una persona affidabile”.

Dunque, il governatore è pronto a fare la sua parte. Mentre le tute blu di Mirafiori si preparano a un lungo stop. Martedì una parte dei 5.500 sarà di nuovo in fabbrica, mentre mercoledì e giovedì tornerà sulle linee una parte più consistente. Venerdì varcheranno i cancelli solo gli addetti alla produzione della MiTo e poi non si sa, perché la Fiat non ha ancora dato comunicazioni ufficiali. L’unica certezza è che il 14 febbraio lo stabilimento si fermerà del tutto e scatterà un periodo di cassa integrazione straordinaria che durerà un anno. Per questo l’assessore regionale, Claudia Porchietto dice che “Regione e Provincia dovranno adoperarsi affinché questo anno di stop funga da opportunità per formare in modo adeguato i lavoratori”. E dell’esito del referendum dice che “è stata una vittoria oserei dire meramente tecnica che, pur svelando alcune ombre sulla capacità di Torino a guardare avanti, è un primo punto di partenza. Ora starà alla Regione e alle parti sociali far sì che la fiducia in Fiat sia garantita da un piano industriale serio e puntuale”.

Il sindaco Sergio Chiamparino ce l’ha con chi esalta il dato del 46 per cento di no: “Non si può mettere in risalto solo il disagio. C’è anche metà fabbrica che ha dimostrato senso di responsabilità e capacità di accettare i sacrifici in una prospettiva di crescita. Entrambe le cose conducono alla necessità che si riapra il dialogo, sia nello stabilimento sia a livello interconfederale e di Confindustria, per rivedere gli assetti della contrattazione”. E sul tema della rappresentanza spiega che “bisogna fare della rottura operata dalla Fiat un’opportunità per definire un nuovo sistema di relazioni industriali, di tipo tedesco. Marchionne deve capire, però, che un sistema competitivo non può essere unilaterale”. “E’ ora di ricomporre fratture e divisioni, ma soprattutto di credere negli investimenti su Torino” dice Antonio Saitta, presidente della Provincia. E spiega: “Abbiamo bisogno che parta subito il rinnovamento di Mirafiori, per garantire lo sviluppo che i dipendenti hanno indicato con il loro voto”.