Assange, il nemico della trasparenza

Marco Bardazzi propone un’analisi diversa del caso Wikileaks, possiamo non condividerla, ma la serietà professionale di Marco è tale da richiedere grande attenzione al pluralismo delle idee

Ci sono voluti decenni di campagne di stampa e battaglie giudiziarie e politiche, perché in democrazie avanzate come gli Usa si arrivasse a mettere a punto leggi sulla libertà di informare e sulla trasparenza che, pur con molti limiti, hanno permesso di veder fiorire un serio e aggressivo giornalismo d’inchiesta. L’arrivo di Assange e del suo Wikileaks rischiano di spazzare via tutto. Diciamolo: Assange potrebbe rivelarsi il più grande nemico della trasparenza dai tempi di Nixon.

L’effetto più immediato che avrà la pubblicazione in Rete della valanga di documenti del Dipartimento di Stato, sarà quello di spingere l’amministrazione Obama e i futuri governi di Washington a restringere in modo significativo e pericoloso l’accesso alle informazioni. Aumenterà il ricorso al “segreto”, anche indiscriminato. Verranno rafforzate le protezioni a tutte le linee di comunicazione. Sarà più difficile riuscire a mettere le mani su documenti ufficiali.

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