Qualche pensiero sul digitale terrestre

Via Alessandra Comazzi Il 24 settembre parte in tutto il Piemonte il digitale terrestre.Il passaggio sta avvenendo, ci sono problemi, segnali criptati, proteste (e mica soltanto degli anziani), la tecnologia non è necessariamente complicata, ma un po’ sì. Questa, che è una rivoluzione, non risulta insomma semplice come quella degli Anni Settanta, quando fu inventato … Leggi tutto

Digitale terrestre: tempo per lo switch off in Piemonte occidentale

Fra il 24 settembre e il e il 9 ottobre nell’area del Piemonte Occidentale – Torino, Cuneo e decine di Comuni delle province di Asti e Alessandria – si passerà integralmente al digitale terrestre abbandonando in modo definitivo il segnale analogico. In particolare, sono interessati i centri in cui il 20 maggio era già scattato il passaggio al digitale per Rete4 e Rai2, compresi Tortona e il 10% del territorio di Alessandria. In questi Comuni senza decoder non si potranno più vedere le trasmissioni tv.

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Qualcuno si accorge del caos ragionato di Mediaset Premium

Il Salvagente dedica la sua copertina e vari articoli ai disservizi diffusi di Mediaset Premiun

Il numero del settimanale il Salvagente, in edicola questa settimana, ha una copertina sulla quale spicca il titolo “Va in onda il caos tv”, dove si affronta il tema delle trasmissioni criptate all’improvviso dalla Rai e dei decoder introvabili.

Ma anche lo strano caso delle “tesserine” di Mediaset Premium, dedicate ai singoli eventi sportivi, improvvisamente “sparite” dal mercato e sostituite da formule di abbonamento poco trasparenti. Tanto che l’associazione Aduc denuncia Mediaset all’Antitrust per “condotte commerciali scorrette”, motivando così il ricorso all’Autorità: “Nella versione Premium (i servizi a pagamento), Mediaset si distingue per addebiti ai clienti senza autorizzazione e legittimità, mancato invio della scheda per fruire della visione, non attivazione dei servizi pagati, mancato rispetto delle condizioni pattuite, difficoltà a recedere dal contratto”.

A Napoli Forcella i decoder del digitale terrestre taroccati

Via il Mattino

Dieci euro per un decoder «standard» rigorosamente cinese, centottanta per uno «tarocco», che ha già la predisposizione per vedere (senza pagare) un anno di canali criptati. Il mercato del vero-falso-taroccato varca anche la frontiera del digitale terrestre; per entrare nel nuovo mondo ai margini della legalità basta superare la soglia della Duchesca.
Per adesso il mondo dei venditori non è ancora pienamente attrezzato: «Cerchi decoder? Vieni a settembre, non è ancora il momento giusto». Anche i più forniti sono in difficoltà. È ancora tempo di (poche) autoradio, di telefoni cellulari e videocamere digitali: da mettere in vendita con fare circospetto, sempre con il pericolo del «pacco» dietro l’angolo. Ma la piazza si sta organizzando per l’avvento ufficiale della nuova tecnologia in Campania. Un rivenditore paziente spiega che gli ordini sono partiti a fine giugno ma il «materiale» arriverà solo alla fine di agosto. Quindi le bancarelle saranno pronte all’assalto del digitale terrestre solo alla fine delle vacanze.

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Analizzando il digitale (terrestre) italiano

Una analisi di Aldo Grasso sulla situazione del mercato televisivo italiano

C’è molta agita­zione nell’ete­re. Di solito, l’estate rappre­senta un momento di cal­ma per le tv: riciclano il magazzino, ripropongono per l’ennesima volta «La signora in giallo», si colle­gano con qualche località turistica disposta ad accol­larsi le spese di realizzazio­ne. Quest’anno invece si respira il nervosismo tipi­co delle grandi trasforma­zioni: la posta in gioco è molto alta perché il ruolo della tv, legandosi sempre più indissolubilmente agli altri media (Internet, telefonia fissa e mobi­­le…), resta centrale nel pa­norama mediatico. È inter­venuto persino il capo del­lo Stato per chiedere spie­gazioni sullo scioglimen­to della convenzione tra Rai e Sky.

Com’è noto, Viale Maz­zini non ha più rinnovato il contratto che le permet­teva di fornire alla tv satel­litare le sue reti generali­ste, più altri canali «ex­tra ». Per ora è ancora pos­sibile vedere Raiuno, Rai­due e Raitre ma da qual­che giorno molti program­mi sono criptati (la partita Inter-Lazio ma anche vec­chi telefilm): un preciso segnale (anzi, una man­canza di segnale) di sgar­bo, se non di provocazio­ne.

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Il nuovo decoder Raiset-la7

Non bastava il già notevole caos sotto le nostre televisioni

Oggi verrà presentata una nuova piattaforma digitale per la trasmissione di programmi tv via satellite. Preparatevi quindi all’ennesimo decoder che permetterà di accedere ai canali Rai-Mediaset-La7. La nuova piattaforma si chiama Tivù Sat ed è controllata per il 48% ciascuno da Rai e Mediaset e per il 4% da Telecom. Diventerà operativa a fine mese e, in vista del passaggio integrale alla tv digitale, servirà in primo luogo a coprire quelle zone del paese non raggiunte dal segnale degli impianti di terra, come le località montane e i comuni minori.

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Digitale terrestre: il nuovo che avanza

Da un titolo dulla conferenza sul digitale terrestre svoltasi a Torino Digitale terrestre, è la tivù in chiaro del futuro Ci piacerebbe una proposta di titolo per raccontare il lancio in corso di Nitegate che offre il meglio della produzione hard mondiale, le elettrizzanti vibrazioni dell’universo amatoriale, le passioni più nascoste di esotiche bellezze e … Leggi tutto

Report e la Gabanelli aprono la scatola del digitale terrestre

Via Adg Informa

Polemica su Report, il programma di Milena Gabanelli in onda su RaiTre. La bufera si è scatenata in seguito alla puntata di domenica scorsa, il 24 maggio, sulle frequenze televisive e l’avvento del digitale terrestre. Si evidenziava come Rai e Mediaset continueranno a dominare il panorama televisivo italiano, nonostante la nuova tecnologia consenta un numero elevato di canali. Nel servizio, “Modulazione di frequenza”, c’erano contributi di: Fedele Confalonieri, presidente Mediaset; Paolo Martinello, presidente di Altroconsumo; Paolo Romani, vice ministro delle comunicazioni; Corrado Calabrò, presidente Agcom dal 2005; Paolo Gentiloni, ministro delle Comunicazioni dal 2006 al 2008; Stefano Mannoni, commissario Agcom.

In seguito ad alcune dichiarazioni del vice ministro Romani su documenti riservati forniti da commissari dell’Agcom al giornalista Bernardo Iovene, il commissario Mannoni ha annunciato le proprie dimissioni da vicepresidente del comitato Italia digitale, l’organismo che coordina il passaggio alla televisione digitale terrestre. “Si tratta – spiega Mannoni – del punto di arrivo di un modo di fare del viceministro che tiene in scarsa considerazione le nostre competenze. Non ritengo dunque che vi siano più le condizioni per continuare la collaborazione”. La puntata di Report non ha però solo portato alle dimissioni di Mannoni, ma ha anche avuto un seguito politico.

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Switch-over al digitale terrestre in Piemonte

Da oggi 20 maggio 2009 nel Piemonte occidentale, province di Torino e Cuneo e parte della provincia di Asti, è partito lo switch-over al digitale terrestre di Rai2 e Rete4 che non saranno più visibili con il sistema analogico. A Torino ad oggi sono disponibili 162 canali digitali. Per verificare la copertura dei diversi canali … Leggi tutto