Gentile John Elkann, può salvare la Juve ?

Paolo Griseri su Repubblica

Gentile ingegner John Elkann, detto Jaki.
Sono abbastanza vecchio per poterle raccontare come si comportò suo nonno, Gianni Agnelli detto l´Avvocato, in una situazione nella quale la Juventus si trovava ad affrontare difficoltà molto simili a quelle odierne.

Suo nonno, ne siamo convinti, non l´avrebbe pensata allo stesso modo e neppure suo prozio, il dottor Umberto. Entrambi (lo fecero prima con Boniperti e poi con Giraudo e Moggi) avrebbero capito che, prima di tutto, il vero problema della Juventus è rappresentato dalla sua gestione societaria piuttosto che soltanto dalla sua guida tecnica. Ed entrambi, ne sono altrettanto sicuro, non avrebbero esitato a intervenire, in una struttura dove quasi nessuno capisce qualcosa di calcio, dove Blanc adesso assomma i poteri sia di presidente e di amministratore delegato e dove la campagna acquisti è stata affidata, negli ultimi anni, all´ex ragazzo di fatica di Luciano Moggi. Serve qualcuno che sia in grado di non sprecare 50 milioni di euro per due buoni giocatori che non sono però dei fuoriclasse (Diego e Melo) e soprattutto qualcuno che sappia distinguere un regista (Xabi Alonso, D´Agostino) da una pletora di mediani (Sissoko, Melo, Marchisio e Poulsen). Poi, forse, servirà anche un allenatore.

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I problemi di una squadra di calcio sbagliata

Maurizio Crosetti Via Repubblica

Sono riusciti a trasformare la Juventus in una cosa qualunque, anzi in una ben piccola cosa, e ci hanno messo soltanto tre anni. Non era facile. Ma quello che è successo nelle ultime settimane, e soprattutto nella tremenda partita contro il Bayern, supera ogni passato fallimento, nefandezze di Calciopoli a parte. Tanto che la Torino bianconera si sta chiedendo se non sia un problema di inadeguatezza. L´ha detto anche il povero Ferrara: «Siamo responsabili tutti». Verissimo, ma qualcuno di più.

«Non sia amico dei giocatori e non ascolti nessuno», gli aveva consigliato Tardelli. «Alla Juve, Ciro è l´unico che capisca di calcio». Eppure, più che una squadra, questo sembra un gruppo di persone tenute insieme dal caso. Gente sopravvalutata (Melo), in declino (Cannavaro, Grosso, Del Piero, Legrottaglie, Trezeguet), spaesata (Diego), anarchica (Camoranesi), inadatta (Poulsen, Grygera), acerba (Caceres, che perlomeno lotta), scomparsa (Amauri), fragile (Giovinco), inguardabile (Tiago). Non si può sperare sempre in Buffon, Chiellini e Marchisio, l´unico giovane campione per il futuro. L´unico. Perché la Juventus 2010-2011 è già una squadra da rifare.

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Ciro, Ciro !

La Juve sceglie la soluzione più logica per il suo futuro: Ciro Ferrara. Un grande atleta e un grande uomo, che conosce ambiente e calciatori. Unico dubbio: l’inesperienza, che però oramai è quasi un pregio piuttosto che un difetto. Per referenze dare una occhiata all’anno magico di Pep Guardiola al Barcellona … In bocca al … Leggi tutto