La tensione per la prostituzione

Il corrispondente da Roma di El Pais racconta dopo aver posto la domanda scottante a Berlusconi Più tardi, il corrispondente da Roma del quotidiano spagnolo, Miguel Mora, commenta ai microfoni di Cnr Media: “E’ la risposta di chi è abituato a controllare i media. Ma almeno siamo riusciti a porre una domanda a Berlusconi, era … Leggi tutto

Brucia Roma

Via Repubblica

“Roma brucia”. Il titolo dell’editoriale del Times di oggi si ferma a questo, ma è chiara l’allusione a un Nerone che suona la cetra mentre tutto crolla attorno a lui. “Uno degli aspetti più deprimenti dello scandalo che avvolge il primo ministro italiano è che egli, nonostante un calo di consensi nei sondaggi, rimanga ancora al potere”, afferma il commento della direzione del quotidiano londinese.

Ci sono varie spiegazioni di questo, continua l’editoriale, “la più pertinente sembra essere la mancanza di un’alternativa credibile in un’opposizione divisa dopo la caduta del governo Prodi e tra gli stessi alleati del premier nel centro-destra”. Ma anche se per il momento Berlusconi sopravvive, il presidente della Camera Gianfranco Fini, dopo il dissidio di questi giorni con il leader del Pdl, “sta sicuramente pensando al lungo termine” e “rappresenta il meglio della destra, valori familiari e conservatorismo tradizionale”.

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Repubblica fai da te

E’ un caso tra i tanti possibili che dovrebbe finalmente portare l’attenzione sulla sicurezza informatica dei sistemi editoriali dei siti di news. Immaginate che un qualsiasi estraneo alla redazione possa far visualizzare articoli e contenuti sul sito de La Repubblica, ora immaginate quali usi potrebbe farne, soprattutto a livello politico, e quali ne sarebbero le … Leggi tutto

Contro il reato di lesa maestà

Via L’Unità

unitaLe argomentazioni contenute nei due atti di citazione (nelle foto: le copertine dei due numeri del giornale “incriminati”) sono formalmente dirette a dimostrare che l’Unità ha colpito la reputazione di Berlusconi, ma nella sostanza delineano un illecito non previsto dal nostro ordinamento, quello di lesa maestà.

Il legale del presidente del Consiglio contesta le nostre opinioni politiche, le nostre valutazioni (peraltro condivise da opinionisti di altri giornali nazionali e internazionali e comunque attinenti alla libera manifestazione del pensiero tutelata dall’articolo 21 della Costituzione) sui rapporti tra la maggioranza e il Vaticano. O i giudizi sui comportamenti privati del premier e sulla loro compatibilità col suo ruolo pubblico.

Viene addirittura qualificato lesivo della onorabilità del premier il fatto di aver riportato giudizi espressi pubblicamente da Veronica Lario attorno alle sue condizioni e alle sue frequentazioni con minorenni. Persino l’opinione di una scrittrice come Silvia Ballestra viene inserita nell’elenco delle affermazioni non pubblicabili.

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Denuncia dopo denuncia dove si va ?

Via Repubblica

Il direttore, due giornaliste, un’opinionista e una scrittrice, tutte donne e tutte accusate di lesa dignità per avere scritto delle frequentazioni del premier con la escort Patrizia D’Addario, per avere messo in discussione i suoi rapporti con il Vaticano, per averlo sospettato di controllare l’informazione in Italia e anche per una battuta sull’impotenza sessuale”.

L’ultimo atto della guerra intrapresa da Silvio Berlusconi nei confronti della stampa non allineata è la citazione per danni al quotidiano l’Unità. Una “denuncia”, che segue di pochi giorni quella a Repubblica scatenata per tacitare le famose 10 domande: una causa civile per colpire economicamente l’editore e le giornaliste.

La direzione dell’Unità informa di avere ricevuto questa mattina due citazioni per danni per un totale di due milioni di euro. Il capo del governo chiede inoltre la condanna a una pena pecuniaria di 200mila euro ciascuna per il direttore responsabile Concita De Gregorio, per le giornaliste Natalia Lombardo e Federica Fantozzi, per l’opinionista Maria Novella Oppo e per la scrittrice Silvia Ballestra.

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In the sand

Ezio Mauro su Repubblica

Non potendo rispondere, se non con la menzogna, Silvio Berlusconi ha deciso di portare in tribunale le dieci domande di Repubblica, per chiedere ai giudici di fermarle, in modo che non sia più possibile chiedergli conto di vicende che non ha mai saputo chiarire: insabbiando così – almeno in Italia – la pubblica vergogna di comportamenti privati che sono al centro di uno scandalo internazionale e lo perseguitano politicamente.

E’ la prima volta, nella memoria di un Paese libero, che un uomo politico fa causa alle domande che gli vengono rivolte. Ed è la misura delle difficoltà e delle paure che popolano l’estate dell’uomo più potente d’Italia. La questione è semplice: poiché è incapace di dire la verità sul “ciarpame politico” che ha creato con le sue stesse mani e che da mesi lo circonda, il Capo del governo chiede alla magistratura di bloccare l’accertamento della verità, impedendo la libera attività giornalistica d’inchiesta, che ha prodotto quelle domande senza risposta.

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Berlusconi fa causa a Repubblica per le 10 domande

Via Repubblica Nuovo attacco di Silvio Berlusconi a Repubblica. Il premier va dai giudici e chiede un risarcimento danni per un milione di euro al Gruppo L’Espresso. A suo giudizio le domande formulate il 26 giugno da Giuseppe D’Avanzo sono “diffamatorie”. Per la prima volta nella storia dell’informazione italiana gli interrogativi di un giornale finiscono … Leggi tutto

Perquisita la sede di Repubblica a Torino

Via Nuova Società

Una squadra di polizia giudiziaria si è presentata ieri nella redazione di Torino de “La Repubblica” per notificare al giornalista Diego Longhin un avviso di garanzia per fuga di notizie. Gli inquirenti hanno sequestrato tutto quanto aveva in redazione il giornalista: due cellulari (uno aziendale), cartelle, block notes e, soprattutto, hanno copiato la memoria del suo computer fisso. La perquisizione è poi continuata a casa dello stesso Longhin. Tutto questo perchè La Repubblica di Torino ha pubblicato un’inchiesta su un presunto giro di favori tra alcuni vigili urbani e i titolari di alcune società che gestiscono i carro attrezzi ha avuto un clamoroso sviluppo.

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La famiglia Guzzanti finalmente riunita

Dopo Sabina e Corrado, anche papà Paolo spara bordate contro Berlusconi (via Repubblica)

E’ un gran porco”. L’ex senatore del Pdl Paolo Guzzanti non usa metafore per giudicare i comportamenti privati di Berlusconi. “E’ una persona che ha corrotto la femminilità italiana schiudendo carriere impensabili a ragazze carine che hanno imparato solo quanto sia importante darla alla persona giusta al momento giusto – scrive sul suo blog Guzzanti – sollecitate in questo anche dalle madri, quando necessario”. E tra verbali mai pubblicati e “disgustosi contenuti” l’ex parlamentare del Pdl tira in ballo anche il capo dello Stato le cui sollecitazioni avrebbero impedito la pubblicazione delle intercettazioni.

Al parlamentare, padre dei comici Sabina e Corrado, un tempo esponente del Pdl e vicedirettore del Giornale, si deve l’invenzione del termine “mignottocrazia”. Lo usò al culmine dello scontro con il ministro Mara Carfagna quandò puntò il dito contro le presunte “nomine di scambio”. Dove la merce di scambio sconfinava nel pettegolezzo sessuale. Da allora Guzzanti non ha smesso di attaccare il premier su questo tema. Sul quell’atteggiamento “puttaniero” che “corrompe la gioventù e mina il rispetto della donna”. Il suo blog nel pomeriggio è andato in tilt da troppi accessi e non risultava raggiungibile. Ma il sito dell’Espresso ha registrato tutti i contenuti.

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Le donne che ci propinano, le donne che amiamo

Miriam Mafai su Repubblica Ma le donne italiane sono davvero tutte, o nella loro maggioranza, disponibili a questa subalternità al desiderio maschile? Io non lo credo. Penso, al contrario, che in maggioranza le donne italiane stiano da tempo perseguendo un’altra strada. Quella della propria realizzazione come individui liberi e responsabili, attraverso una faticosa combinazione tra … Leggi tutto

Non sono un santo

Indovinate l’autore della frase ad effetto

Silvio Berlusconi durante il suo intervento alla cerimonia dell’avvio dei lavori per la Brebemi scherza con la platea e con il governatore Formigoni. Riferendosi a una frase del “presidente a vita della Lombardia”, dice che è meglio non usare il termine “antropizzato” per il territorio in quanto “in giro ci sono un sacco di belle figliole. Io non sono un santo, speriamo lo capiscano anche quelli di Repubblica”.

Una battuta che sembra un cambio di direzione rispetto alla linea seguita fino a ieri dal Cavaliere e dal suo staff: “Lasciamo che questa cosa, questa infamia, si spenga da sola. Io di certo non mi farò condizionare: ignoriamoli”, aveva detto Berlusconi rientrando ad rcore dopo un intervento al Forum del Mediterraneo, organizzato a Milano. Mentre l’avvocato del premier e deputato Pdl Niccolò Ghedini, aveva definito le registrazioni dell’Espresso che testimoniano gli incontri fra il presidente del Consiglio e la escort Patrizia D’Addario a Palazzo Grazioli “materiale senza alcun pregio, del tutto inverosimile, e frutto di invenzione”. il legale ha anche chiesto alla magistratura di “verificare”, e ha annunciato azioni legali.

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Faccio cose, vedo gente, acquisto pagine

Un indicatore di come stiamo nel mondo dell’informazione in Italia è rapresentato dalla serializzazione dl fenomeno dell’acquisto di pagine sui quotidiano per far valere le proprie ragioni o per far sentire il proprio pensiero. Prima il raggrupparsi in rete di cittadini per comprare una pagina su Repubblica, poi Di Pietro che acquista una pagina dell’Herald … Leggi tutto