Qualche riflessione sui master in giornalismo e non solo a Torino

Giorgio Levi propone delle utili riflessioni sui master in giornalismo … e non solo a Torino

L’avessimo avuta noi questa possibilità negli anni Settanta, invece di dar via le chiappe per un posto da abusivi. Comunque. L’altro ieri mi scrive un ragazzo (laureato neh)  che ha finito adesso il biennio del master. E’ una mail affettuosa (come altre che ho ricevuto in questi anni, perché questa è tutta gente educata e colta) e nella sostanza mi chiede: che consiglio puoi darmi ora? Dove posso trovare lavoro? Come faccio ad entrare in un giornale? Così io gli rispondo come avrei fatto ad un ragazzo negli anni Settanta. Fatti promuovere a Roma, bussa a qualche porta, chiedi consiglio a chi conosci dentro una redazione, punta ad un contratto a termine, poi si vedrà. Fatti notare, fai il bravo, non cadere nella trappola dei collaboratori. Farai la fame (ma questo lo saprà soltanto ora).

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La Controstoria dell’annessione di Stampa in Repubblica

Lo Spiffero racconta interessanti retroscena della fusione a caldo StamPubblica

Sono in molti ad avere dei dubbi sul futuro della “Busiarda”, soprattutto da quando i dipendenti non giornalisti (poligrafici, amministrativi, addetti ai servizi come fattorini, sistemisti, operatori di telecomunicazioni) vengono chiamati dalla direzione del personale per passare alla Fca, alla ex Fiat, cioè a quel che è rimasto dopo la fuga all’estero.Il discorso è semplice: “Se passate a Fca salvate il posto perché da gennaio non garantiamo più l’occupazione: questo è l’ultimo treno”. E pare che in molti, poligrafici prima di tutti, siano già in Fca da una settimana: sono saliti in corsa sul convoglio senza troppa attenzione alle regole e ai vantaggi. Altri, timorosi, si stanno accodando.

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La controstoria del Sole 24 Ore

Il CDR del Sole 24 Ore ha iniziato la la pubblicazione di comunicati con i discorsi tenuti dal comitato di redazione all’assemblea degli azionisti nel corso degli ultimi anni. Una piccola controstoria del Sole 24 Ore, che non si capisce però perche resa pubblica solo ora … Prima Puntata Seconda Puntata Terza Puntata Quarta Puntata … Leggi tutto

La crisi mortale dei giornali italiani

Lelio Simi su Pagina 99

Vendiite giornali in ItaliaNel racconto della crisi dell’editoria in Italia spesso il declino dei grandi giornali viene narrato come un evento quasi inevitabile dovuto principalmente a due fattori: la difficile transizione nell’era digitale, con Internet che arriva d’improvviso a sparigliare le carte invadendo di contenuti gratuiti il mercato dell’informazione; e, secondo fattore determinante, la crisi economica e finanziaria globale del 2008. Come dire: cosa potevano fare in questi ultime tre lustri le navi ammiraglie dell’editoria nostrana se non imbarcare sempre più acqua? Ma è proprio così? Basta il combinato di questi due fattori a spiegare (quasi) tutto?

L’industria dei quotidiani in Italia vediamo come, negli anni, tra alti e bassi, il volume delle copie vendute dai quotidiani abbia raggiunto un picco nel 2006 (con 1,68 miliardi di copie complessive in un anno) per poi continuare a calare.

Quel volume di vendite ha rappresentato l’ultimo, oggi, irraggiungibile picco. Cosa è successo? Molte cose, certo, ma sicuramente un fattore determinante è stata la crisi di un fenomeno editoriale tutto italiano: quello dei “collaterali”. La messa in commercio assieme al giornale di libri, enciclopedie, videocassette e dvd era stata la soluzione trovata dagli editori per rilanciare le vendite in edicola molto prima che cominciasse la concorrenza dei contenuti gratuiti su internet. E per un certo periodo ha funzionato molto bene.

Ma l’eccessivo entusiasmo attorno a questo tipo di vendita ha portato a saturare il mercato asfissiando il lettore con ogni tipo di articoli e gadget editoriali. Il risultato è stato che, secondo stime della Fieg (la Federazione degli editori dei giornali italiani) i ricavi dalla vendita di prodotti collaterali sono crollati nel biennio 2006-2008, con una flessione del 23% e del 49%.

Secondo rilevazioni di Datamediahub i quotidiani italiani devono rendere invendute intorno al 31-33% di copie sul totale di quelle diffuse. Una percentuale nettamente più elevata rispetto ad altri Paesi come ad esempio la Francia dove le copie rese si fermano al 14-15%. Una differenza elevata perché in quel 16-18% in più rispetto a realtà meglio organizzate ci sono risorse economiche rilevanti letteralmente gettate via dall’industria dei quotidiani italiana. Un altro grosso difetto sul quale poco o niente si è riusciti a intervenire in Italia è il bassissimo peso degli abbonamenti sulla vendita totale dei quotidiani.

Per un grande gruppo come Espresso-Repubblica i ricavi della divisione digitale rappresentano, nell’ultima semestrale del 2016, solo il 9% del fatturato totale; per Rcs – nonostante il piano industriale 2013/2015 puntasse a portarli al 21% – non hanno mai superato quota 16% sui ricavi totali. Unica eccezione il Gruppo 24 Ore con un peso del digitale sul fatturato del 32%. I dati del gruppo sono riferiti a giugno di quest’anno, ma sulla loro attendibilità ora viene sollevato più di un dubbio. Resta il fatto che uno dei grossi problemi per gli editori, e questo non solo in Italia, è come monetizzare il traffico e l’audience sul web. Molte testate straniere, da quelle tradizionali come il New York Times a quelle native digitali come BuzzFeed, stanno acquistando, o sviluppando al loro interno, tecnologie e competenze per leggere e fornire i dati necessari ai loro clienti con la stessa precisione millimetrica di Facebook e Google (che sul digitale sono gli assoluti padroni). Ma in Italia in questo senso si è fatto ancora molto poco, il che ha ridotto ancora di più il valore del traffico dei siti dei giornali agli occhi degli investitori pubblicitari.

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#anewbeginning I big del digitale si trovano a Roma in Vaticano per discutere di Core Values, la trasmissione dei Valori nell’era digitale

logo-aggiornato-fem-02A Roma il 4 novembre ill mondo digitale si trova in Vaticano per Core Values, la trasmissione dei Valori nell’era digitale. I’obiettivo dell’incontro è capire quale mondo sta nascendo dalla
rivoluzione digitale e come sarà il mondo delle future generazioni.
L’iniziativa, che conta sull’alto patrocinio della Segreteria per le Comunicazioni della
Santa Sede, recentemente creata da Papa Francesco, della Pontificia Università
Lateranense e de La Tela Digitale, avrà luogo il 4 novembre 2016 nella sede dell’
Ateneo.

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Questo blog cambia pelle

Questo Blog è nato nel 2002, nel 2007 ha iniziato a utilizzare il tema Pasterone e lo ha usato per 9 gloriosi anni. In effetti il tema è diventato oramai iper datato per cui ho cercato di proporre velocemente una revisione grafica del sito.  Sarà una specie di Pastertwo, che resterà work in progress per … Leggi tutto

Approvato il decreto legge sull’editoria: che cosa cambia ?

Il  4 ottobre 2016 l’Assemblea della Camera ha approvato definitivamente il maxi decreto legge sull’editoria.  Il testo era stato approvato in prima lettura dalla Camera il 2 marzo 2016 ed in seconda lettura dal Senato, con modifiche, il 15 settembre 2016.

La Legge in particolare, istituisce un nuovo Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione e delega il Governo a ridefinire la disciplina del sostegno pubblico all’editoria e all’emittenza radiofonica e televisiva locale (al contempo recando alcune disposizioni precettive), nonché la disciplina relativa a profili pensionistici dei giornalisti e a composizione e competenze del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti. Reca, inoltre, disposizioni inerenti i giornalisti, nonché il sistema distributivo e la vendita dei giornali.

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