Saviano e Mondadori condannati per plagio all’interno di Gomorra

Via Fanpage La Corte d’Appello di Napoli, sezione specializzata in materia di proprietà industriale e intellettuale, ha condannato lo scrittore Roberto Saviano e la casa editrice Mondadori per plagio. Ovvero «illecita riproduzione» di tre articoli, pubblicati dai quotidiani locali “Cronache di Napoli” e “Corriere di Caserta”, all’interno del libro “Gomorra”, il best seller sulla camorra … Leggi tutto

Chiudono Ville & Giardini e Casa Viva

Sono cresciuto leggendo in casa Ville & Giardini e Casa Viva, hanno accompagnato la vita dei miei genitori e indirettamente la mia. La crisi li chiude. Riguarderò i vecchi numeri che ho tenuto ancora in casa … La carta ha degli aspetti positivi … Fine delle pubblicazioni per i mensili Panorama Travel, Casa Viva, Ville … Leggi tutto

Aldo Busi vs Marina Berlusconi, temi principali Mondadori e il conflitto di interessi

Via Dagospia

A me pare che ogni dichiarazione di Marina Berlusconi – che dimentica che Silvio Berlusconi prima di essere il padre di cinque figli è il Primo Ministro di sessanta e passa milioni di italiani – svuoti di senso, e di futuro imprenditoriale, la Mondadori, che secondo me dovrebbe poter andare avanti anche una volta che Berlusconi è fuori dalla politica (che ne ha dopato al rialzo tutti gli interessi economici, inutile sottolinearlo) e magari restando nelle mani dello stesso attuale proprietario.

Suggerisco quindi all’imprenditrice Marina Berlusconi di darsi una calmata ideologica da figlia del proprio e solo suo papà facendo come segue: a Segrate, chiami a raccolta tutti i “suoi” autori in un simposio aperto alla stampa e alle televisioni e chieda loro cosa pensano del Primo Ministro e, innanzitutto, quanto sono contenti di avere per referente editoriale un imprenditore della carta stampata che, guarda caso, è anche per l’appunto Primo Ministro.

Leggi tutto

Ragionando sulle leggi ad aziendam

Vito Mancuso su Repubblica.it

Per questo il mio dubbio, dopo l’articolo di Giannini, è pesante. Leggendo ho appreso che non si tratta più di accettare una proprietà che può piacere oppure no ma che non ha nulla a che fare con le scelte editoriali, cioè con l’azienda nella sua essenza. Stavolta è la Mondadori in quanto tale a essere coinvolta, non solo il suo proprietario per i soliti motivi che non hanno nulla a che fare con l’editoria libraria. Quindi stavolta come autore non posso più dire a me stesso che l’editrice in quanto tale non c’entra nulla con gli affari politici e giudiziari del suo proprietario, perché ora l’editrice c’entra, eccome se c’entra, se è vero che di 350 milioni dovuti al fisco ne viene a pagare solo 8,6 dopo quasi vent’anni, e senza neppure un euro di interesse per il ritardo, interessi che invece a un normale cittadino nessuno defalca se non paga nei tempi dovuti il bollo auto, il canone tv o uno degli altri bollettini a tutti noti.

Eccomi quindi qui con la coscienza in tempesta: da un lato il poter far parte di un programma editoriale di prima qualità venendo anche ben retribuito, dall’altro il non voler avere nulla a che fare con chi speculerebbe sugli appoggi politici di cui gode. Da un lato un debito di riconoscenza per l’editrice che ha avuto fiducia in me quando ero sconosciuto, dall’altro il dovere civico di contrastare un’inedita legge ad aziendam che si sommerebbe alle 36 leggi ad personam già confezionate per l’attuale primo ministro (riprendo il numero delle leggi dall’articolo di Giannini e mi scuso per il latino ipermaccheronico “ad aziendam”, ma ho preso atto che oggi si dice così). A tutto questo si aggiunge lo stupore per il fatto che il Corriere della Sera, gruppo Rizzoli principale concorrente Mondadori, finora abbia dedicato una notizia di poche righe alla questione: come mai?

Leggi tutto