Post Citizencamp @ home

Giornata diversa: un sabato con la presenza in remoto del Citizencamp bolognese. Quelli che sono rimasti a casa si sono attrezzati grazie allo streaming live offerto dal Cineca e alla chat pubblica su skype o via twitter.

La regia del Cineca ha fatto ogni tanto dei salti un po’ bruschi da una sala all’altra, ma ha fatto un ottimo lavoro anche grazie alla trasmissione via akamai. Il palchetto web via Skype era ottimamamente condiviso con (a memoria) Gyovi, MCC, Antonio Tombolini, Catepol, Dario Salvelli, Maurizio Pelizzone, Maxime, Federico Fasce, Enrico Matteucci, Roberto Felter, Francesca Ferrara, Tommaso Sorchiotti, Daniele Salamina, Giovanni e con la gradita presenza multitasking da Casalecchio di Reno di Samuele Silva, Cristian Conti, Elena Zannoni e Robin Good.

Un bel gruppo con cui si è commentato e scherzato per tutta la giornata.

Da casa abbiamo seguito cose più interessanti e cose meno interessanti ovvero probabilmente più noiose. Il tema del citizencamp non è semrpre stato rispettatto, dato che a volte si è passati ai soliti temi legati a blogosfera, informazione in rete e simili. Antonella e i suoi hanno fatto un lavorone e si meritano tutto il nostro grazie e la nostra stima.

Nei prossimi giorni ci sarà tempo per qualche riflessione in più anche dopo i commenti dei presenti.

In addendum i classici link “social” per post e immagini
http://www.technorati.com/tag/citizencamp
http://it.blogbabel.com/search/entries/citizencamp/
http://www.flickr.com/photos/tags/citizencamp

3 commenti su “Post Citizencamp @ home”

  1. Negli ultimi mesi in Italia sono state organizzati vari “Camp”, con un’attenzione ovvia ai temi della comunicazione in rete, al successo dei blog, ed anche al marketing.

    Potrebbe essere interessante, un pò per “capire”, un pò per “stimolare”, l’organizzazione una minima ricerca (empirica) sulle ragioni costitutive dei diversi camp, sui temi scelti da dibattere, e sulle conclusioni finali a cui dovrebbero esser giunti.

    Da un mese ho esaminato alcune iniziative analoghe che hanno avuto luogo in Gran Bretagna, camp dedicati alla discussione di argomenti specifici, cioè opportunamente definiti: le differenze con le iniziative nazionali sono talvolta profonde, e perchè é dato a questi incontri un risalto maggiore, e perchè esiste un certo filo conduttore che intende proprio guidare il meeting verso un esercizio di brainstorming.

    Perchè nessuno in Italia dice chiaramente che queste iniziative, SE mal programmate, sono abbastanza fine a sè stesse?

    Forse perchè interessa poco la discussione seria su argomenti concreti?

    E, “forse”, perchè il vero significato di questi meeting consiste (per chi li promuove) in iniziative di socializzazione in cui poter, facilmente, far prevalere interessi personali?

    Probabilmente la logica dei vari camp (non tutti, spero….) é proprio lo sviluppo di interessi personali.

    A distanza di circa due mesi, una prova sulla fragilità dei camp potrebbe essere, purtroppo, il “marketing camp”: l’iniziativa é terminata, senza coinvolgere la rete, e senza progredire.

    Nel blog marketing-intelligence.blogspot.com avevo curato una riflessione:
    http://marketing-intelligence.blogspot.com/2007/02/post-marketing-camp-la-mancata-nascita.html

    In questi giorni Roberto Dadda é intervenuto proprio sul medesimo camp, con proprie riflessioni:
    http://robertodadda.blogspot.com/2007/03/marco-camisani-calzolari-cittadino.html

    Secondo me, prima o poi, bisognerà capire se la “blogosfera” sia una realtà matura, in espansione, libera, o un mondo non troppo diverso da quello reale.

    Un’occasione potrebbe essere l’iniziativa promossa da Stefano Epifani:
    http://blog.stefanoepifani.it/default.aspx
    http://blog.stefanoepifani.it/2007/03/20/Bloglab Ai Posti Di Partenza.aspx

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