Il deserto degli Avatar

Bruno Ruffilli su Lastampa.it

Sembrava l’alba di un nuovo mondo, Second Life. Sembrava che per internet stesse arrivando un’ondata di entusiasmo come alla fine degli anni Novanta, quando gli investitori si lanciavano sul web con capitali e personale, anche se con le idee un po’ confuse. Sembrava una nuova rivoluzione culturale, che richiamava titoli su giornali e riviste, oltre che libri a non finire.

E invece. La bolla è scoppiata: sono quasi quindici milioni gli iscritti in tutto il mondo, ma solo 460 mila quelli che si sono connessi almeno una volta nell’ultima settimana. E soprattutto aumentano le aziende che chiudono le sedi aperte appena qualche mese fa con grande dispiego di comunicati stampa: in silenzio però, perché ormai Second Life non fa più notizia. E’ stata prima una curiosità, poi un’opportunità economica e un mezzo per acquistare visibilità. Infine, dopo qualche scandalo amplificato più o meno ad arte, sul mondo inventato nei Linden Labs è sceso il silenzio.

4 commenti su “Il deserto degli Avatar”

  1. E’ solo la normalissima fase di Hype3. L’hai già vista passare con internet, con il web e con il blog. E’ la fase in cui succedono le cose migliori :)

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