Lavoratori a regime agevolato della società della conoscenza

Federico Fasce ha lanciato la discussione su un problema non banale di molti lavoratori digitali

Il fatto è, come si vede da questo post di Dario Banfi, che ha generato una (secondo me) utile discussione su FriendFeed. Discussione che probabilmente si covava da tempo, più precisamente da un talk lanciato da Vittorio Bertola allo scorso BarCamp torinese. Il punto è: ormai i lavoratori della conoscenza, ovvero tutti quei freelance che producono beni più o meno immateriali, che hanno a che fare con l’informazione e con la comunicazione, sono tanti e sono anche una forza economica mica trascurabile. E però vengono messi di fronte a ostacoli e difficoltà non indifferenti. Ora, io lo so che Randy Pausch diceva che the brickwalls are there for a reason, e sono sicuro che sia così. Ma se fosse stato nel nostro paese, forse, sarebbe stato un filo meno ottimista.

Perché hai voglia a essere imprenditore di te stesso quando per il solo fatto di avere una partita IVA vieni considerato un evasore e sottoposto ai tremendi studi di settore, quando la gestione amministrativa ti prende il 60% del tempo che dovresti dedicare al lavoro, quando una banca ti rifiuta un prestito perché lei non ci offre garanzie, ma poi ti tocca fidarti e aspettare mesi su mesi per vedere il denaro che faticosamente hai guadagnato, perso nei meandri di uffici amministrativi e quant’altro. E questo è solo l’inizio.

Il piccolo howto sul tema di Dario Banfi