La piaga delle tesi clonate: cosa fare per andare oltre

fotocopiatriceQuasi cinque anni il bloggante rimase coinvolto suo malgrado nella  storia più conosciuta in rete di clonazione di una tesi di laurea. Breve racconto. Una studentessa che sigleremo CG presentò una buona tesi sui blog che ai tempi erano una discreta novità. Sembrava una persona affidabile; il lavoro era buono. Si decise allora di darle visibilità e di pubblicarla  in Netmanager in cui pubblicavamo lavori monografici in ebook in pdf.

Dopo un mesetto esplode il putiferio: Monia autrice di una tesi analoga scrive sul suo blog che l’ebook è un clone parziale della sua tesi chiamando a correo l’autrice e il curatore, il sottoscritto bloggante. La cosa fece grande rumore in rete … Google ne tiene robusta traccia anche se molti post come la denuncia originaria di Monia si sono persi.

Per parte personale cercai Monia, le spiegai la cosa, ci capimmo in breve, in parte la rete stessa mi aveva difeso: essere conosciuti come persona onesta e seria non è un otional. Monia comprese e poi ci siamo anche visti in una specie di Carramba che Sorpresa.

Diverso il destino di CG perchè, dato il rumore che aveva generato la sua storia, l’Universita si mosse per disconoscere la sua laurea perchè frutto di un falso. La tesi secondo il regolamento universitario deve essere un atto originale, in effetti quella pareva un po’ poco originale.

A seguire ci fu una “forte manovra di sensibilizzazione degli studenti” diciamo pure “terrorismo psicologico” sul tema del plagio delle tesi di laurea che ha portato a galla un fenomeno che si sentiva esistere, ma che non era mai stato analizzato coscientemente.

Dopo l’accaduto il bloggante fu consultato, in un ruolo  ibrido fra l’eroe e il pirla, per avere qualche idea per evitare ripetersi di situazioni del genere. Oltre alla necessità di disseminare cultura sul tema del plagio e dei diritti degli autori, l’unica azione certa come deterrente sarebbe di iniziare a pubblicare tutte le tesi online, poi Google e i suoi simili servirebbero come deterrenti.

Sapendo di essere pubblicati nel contesto di internet e non di fumose biblioteche impolverate e non indicizzabili, i potenziali clonatori ci penserebbero 10 volte prima di usare più volte “copia” e “incolla”. Mettere le tesi online integralmente permetterebbe anche di capire meglio la qualità del lavoro di tesisti e relatori, dove vanno gli intereressi di chi ricerca, creerebbe dei link fa persone che forse non si conoscono: un piccolo social network delle tesi e della ricerca in più: forse vale la pena di provarci ? Lo sforzo economico non è enorme dato che oramai le tesi vengono consegnate nelle segreterie in versione cartacea e digitale

A quel punto relatore e commissione potrebbero portarsele a spasso in un comodo ebook reader rendendo tutto più semplice e utilizzabile.

12 commenti su “La piaga delle tesi clonate: cosa fare per andare oltre”

  1. vittorio sollevi un bel problema…io infatti vorrei sapere quanti cloni della mia tesi esistono in giro avendola venduta da tesioline.it ben 99 volte dal 98 (quindi immagino che la gente non l’abbia acquistata per filantropia no?)

  2. amici che frequentano l’università qui a Lugano mi dicono che da qualche tempo si è passati all’uso massiccio di un software (che sembra molto affidabile) capace di detectare ogni minimo “copia et incolla”. mi sono estranei sia i sistemi di funzionamento sia il nome di codesto aggeggio. Nel caso si può chiedere all’ateneo, di solito son cordiali.

  3. Per come ricordo io l’Università in questione la strada sarà lunga e perigliosa. Ma è anche vero che persone di buona volontà ne esistono a bizzeffe anche lì dentro quindi… buonafortuna per un progetto tecnicamente molto semplice ma dal potenziale culturale immenso.

  4. Pingback: | Homo sapiens
  5. mi pare un’idea geniale, così qualche prof di mia conoscenza senza idee e senza troppa voglia di faticare le copia in toto e senza la fatica di cercarle, cambia qualcosina secondaria, inverte le frasi, ci appiccica il nome e le pubblica. Ah che bello!

  6. In teoria non ci sarebbe già un progetto di consegna tesi online?

    http://www.unito.it/tesi_on_line_studenti.htm

    Per il momento il processo è ancora bello macchinoso (almeno per lettere): una documentazione in 13 elementi tutti da siglare con nome cognome indirizzo matricola (come se non esistesse un database, insomma) (si sa mai che poi si ritrovi un foglio sperso da qualche parte).

    La consegna poi è in due fasi (e due code) una in segreteria e una in presidenza (ulteriori fogli).

    L’idea di farne un archivio in qualche modo digitalmente sensato mi pare ottima, potrebbe essere un servizio di unito con qualche merito e più a buon mercato di secondlife e televisione universitaria.

  7. Laureandi, non copiate le tesi!
    Se lo fate il vostro professore non potrà copiare la tesi e pubblicarla a suo nome. E se non pubblica il suo nome finirà in basse nella megaclassifica di valutazione della ricerca. E se finisce in basso la ricerca prenderà sempre meno soldi.
    Laureandi, non copiate. Fatelo almeno per la ricerca italiana!

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